Mercer: la risposta delle hr al coronavirus
L’emergenza sanitaria scatenata dal coronavirus sta mettendo in difficoltà i professionisti delle risorse umane in tutto il mondo. Gli hr stanno progressivamente suggerendo alle aziende quali misure prendere per gestire le criticità.
Lo rivela un’indagine di Mercer che coinvolge oltre 300 direzioni hr di aziende operanti in 37 Paesi (tra cui 10 in Italia).
L’approccio che le imprese stanno avendo al Covid-19 è interlocutorio “wait and see” che prevede una serie di azioni preventive ma non restrittive. Un’azienda su tre sta monitorando la situazione per attivare il remote-working (33%), più di una su due (58%) dice di avere disposto policy di flessibilità per i dipendenti che desiderano lavorare da casa, il 42% ha chiuso uffici e attività in Cina, il 72% ha scelto di ridurre o posticipare i viaggi per i dipendenti verso i Paesi interessati dall’epidemia. Più della metà (il 58%) chiede ai dipendenti che hanno viaggiato in Cina di porsi in quarantena volontaria, mentre il 48% monitora la situazione degli expat senza richiamare alla base tutte le popolazioni aziendali espatriate.
Più in generale, oltre la metà delle aziende (51%) non aveva un business continuity plan relativo all’emergenza sanitaria, mentre il 24% ha approfittato della circostanza per redigerne uno. La survey ha inoltre confermato che quasi la metà (42%) delle aziende intervistate in questa fase sta incoraggiando i dipendenti a lavorare in remoto, in particolare nelle aree altamente colpite. Il 92,2% ha infine dichiarato che lavorare da casa rimane l’opzione prediletta e suggerita nei casi di chiusura della sede.
Nel caso in cui dalle autorità arrivassero direttive legate alla possibilità di evacuare i dipendenti e le loro famiglie dalle aree colpite dal virus, due terzi delle aziende (63,4%) continuerebbero a pagare gli stipendi ai dipendenti, sebbene per periodi di tempo variabili e in base al ruolo che hanno all’interno dell’azienda.
Dalla ricerca è evidente che le aziende hanno notevolmente ridotto per i dipendenti i viaggi non necessari e stanno soppesando il divieto di viaggiare su scala internazionale. Oltre l’80% delle aziende che hanno dipendenti che recentemente hanno viaggiato in aree altamente colpite stanno optando per un periodo di isolamento volontario, garantendo ai dipendenti pieno stipendio per la durata della quarantena e ribadendo l’intenzione a concentrarsi sul mantenimento della salute e della sicurezza dei dipendenti.