McKinsey: collaborazione startup-aziende in Italia favorisce crescita e innovazione
Collaborare per innovare è la ricetta del successo delle partnership più proficue tra startup e grandi aziende in Italia. Queste ultime possono attingere al serbatoio di talenti e idee delle realtà emergenti, che a loro volta possono beneficiare di nuove forme di finanziamento, un ingresso accelerato nel mercato degli utenti finali e un ritorno d’immagine positivo.
Questo è quanto emerge dal nuovo report “Quando Davide si allea con Golia. Collaborare per innovare: ripensare i modelli di partnership fra startup e grandi aziende in Italia”, realizzato da McKinsey & Company in collaborazione con B Heroes, ecosistema di iniziative a sostegno della crescita di nuovi business innovativi italiani. Lo studio analizza le caratteristiche del contesto europeo e lo stato della relazione fra startup e grandi aziende nel nostro Paese attraverso il punto di vista di oltre 80 startup italiane B2B e B2C attive in diversi settori e di un panel rilevante di manager di grandi aziende nazionali e internazionali.
Lo studio rileva l’importanza che le startup del nostro Paese assegnano alla collaborazione con aziende di maggiori dimensioni, considerata un fattore rilevante per garantire il successo del business. In particolare, le startup italiane vedono nelle grandi aziende dei partner in grado di facilitare l’accesso ai finanziamenti (per il 75% degli intervistati), accelerare l’ingresso nel mercato degli utenti finali (88%) e garantire un ritorno d’immagine positivo (90%). In parallelo, le grandi aziende italiane sono spinte a ricercare forme di collaborazione per attingere al serbatoio di talenti, idee ed energie delle startup e per favorire il cambiamento culturale al loro interno grazie alla contaminazione con nuove modalità di lavoro.
Dati i vantaggi derivanti dalla relazione con le grandi aziende, le startup sono impegnate in prima fila nella ricerca di nuovi partner aziendali, tanto che nel 70% dei casi sono le stesse startup ad avere ricercato proattivamente il sostegno di una grande società e, solo nel 30% dei casi, rivelano di aver adottato un approccio reattivo dopo essere state contattate da venture capital, aziende o centri di innovazione interessati alla loro idea o modello di business.
Tuttavia, nonostante l’impegno profuso e il fatto che in Italia in più dell’80% dei casi le startup e le grandi aziende siano soddisfatte delle esperienze di partnership, solo il 41% delle startup collabora attualmente con più di due aziende, addirittura il 35% delle startup non ha instaurato alcun tipo di partnership, mentre il 24% ha avviato le prime collaborazioni con una o due aziende.
Per favorire la creazione di un percorso condiviso attraverso cui startup e grandi aziende possono collaborare traendo reciproco beneficio dalla loro partnership, McKinsey e B Heroes hanno individuato alcuni fattori determinanti che le aziende dovrebbero tenere in considerazione. Innanzitutto, il ruolo della leadership è imprescindibile per assicurare una collaborazione proficua, a partire dal top management che deve agire da traino dell’innovazione per attrarre startup e, allo stesso tempo, trasmettere a tutti i livelli dell’organizzazione il valore della trasformazione e della digitalizzazione. In secondo luogo, è importante che l’innovazione diventi trasversale a tutte le funzioni aziendali e integrata nell’approccio di lavoro e nella cultura aziendale. Non tutte le innovazioni sono però destinate al successo e per questo è necessario adottare un approccio che consenta di sperimentare, testare e cambiare in corso d’opera. Inoltre, è necessario che lo sviluppo delle collaborazioni avvenga in modo rapido, con la creazione di percorsi che consentano di fare scouting e selezionare le idee più promettenti in funzione degli obiettivi aziendali. Infine, determinante è il rispetto dell’identità delle startup, gestendo l’innovazione in modo che la startup risponda alle esigenze specifiche dell’azienda, ma non perda la propria value proposition e il proprio target di mercato.