Massara, già general counsel di Exor, diventa presidente del suo Odv

Nel giro di nomine che ha salutato il rinnovo degli organi sociali di Exor, holding di partecipazioni della famiglia Agnelli, si registra un “ritorno”. Fernando Massara, infatti, è stato eletto presidente dell’Organismo di vigilanza della società. L’avvocato d’origine romana, socio dello studio legale Grande Stevens, aveva già lavorato, fino al 2012, per Exor come responsabile affari legali e societari.

La sua è stata una carrirera che si è svolta quasi esclusivamente in azienda. Dopo la laurea in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, l’avvocato è entrato in Assitalia, all’epoca ancora controllata da Ina. Esperienza di un anno, dopo la quale, Massara (era il 1992) è entrato in Sip, antenata dell’attuale Telecom Italia. Qui, lavorando nella direzione generale a Torino, l’avvocato ha seguito il riassetto della società, la trasformazione in Telecom Italia, la scissione del ramo relativo alla telefonia mobile (con la creazione, nel 1995, di Telecom italia mobile) la fusione con Stet, la privatizzazione e il passaggio a Olivetti.

Nel 1999, poi, Massara è passato a Italdesign Giugiaro. Anche qui, è entrato come responsabile del legale. Ci è rimasto solo un anno, però, ma ha fatto in tempo a seguire la quotazione in Borsa del gruppo. Nel 2000, infatti, è arrivata la proposta di Ifi, una delle due finanziarie che, all’epoca, erano a monte della catena di controllo del gruppo Fiat (Ifi controllava Ifil che controllava Fiat). Nel 2001, sulla scrivania di Massara è passata la quotazione in Borsa della Juventus. Due anni più tardi il riassetto societario che ha portato le partecipazioni, fino a quel momento divise tra Ifi e Ifil, tutte sotto il cappello della seconda. Nel 2004, l’avvocato ha assunto il ruolo di responsabile affari legali e societari di Ifil e nel 2009 ha gestito la fusione per incorporazione tra le due holding da cui è nata Exor a cui sembrava aver detto “addio” a novembre 2012, per passare in Grande Stevens. In realtà, si è trattato di un “arrivederci”.

 

 

Gennaro Di Vittorio

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