Per i manager italiani la vera sfida è climatica
di alessio foderi
Secondo il Resilience Report 2021 di Deloitte, presentato nel corso dell’ultimo World Economic Forum, in Italia, più della metà dei manager (52%) indica infatti il tema ambientale come la più rilevante questione sociale da affrontare per le aziende nei prossimi anni. Lo studio della società di consulenza indaga proprio l’atteggiamento verso gli scenari economici futuri e la fiducia nella propria capacità di gestione di eventi straordinari come il Covid-19. Non a caso, le altre due tematiche sociali che più preoccupano i manager sono quella sanitaria (46%) e quella relativa all’istruzione della forza lavoro (38%).
Va notato che ad accrescere la consapevolezza sull’importanza della tematica ambientale è stato proprio l’impatto del Covid-19. Secondo la comunità scientifica internazionale, infatti, la scarsa sostenibilità di alcune attività umane contribuisce in maniera determinante alla distruzione degli ecosistemi naturali, aumentando le probabilità di spillover (o salto di specie) e quindi di nuove pandemie. Insomma, su un campione di 2.260 amministratori delegati di 21 paesi nel mondo, tra cui 102 italiani, il quadro è chiaro: il prossimo decennio la sfida è quella del cambiamento climatico.
Ma non tutti, però, la pensano alla stessa maniera: infatti solo il 38% ritiene che le conseguenze del cambiamento climatico possano essere più severe di quelle del Covid-19. Il 35% si aspetta invece una portata simile, mentre il 24% degli intervistati pensa che l’impatto del cambiamento climatico sarà minore di quello della pandemia in corso. Ciò che appare evidente è piuttosto una maggior comprensione della sfida climatica proprio alla luce di quella sanitaria. E quindi una crescente volontà di trattare la sostenibilità dal punto di vista del business.
L’impegno per l’ambiente cresce così anche internamente alle aziende. Dalle risposte dei manager emerge infatti che le azioni intraprese non sono ancora ottimali. O meglio: c’è molto margine di miglioramento. Mentre la media globale di rispondenti che pensa di avere fatto bene nell’onorare i propri impegni ambientali è del 35%, il corrispondente italiano è del 32%. Se in tutto il mondo la media chi pensa di aver fatto benissimo è del 24%, in Italia lo stesso dato si ferma al 22%. Qualche punto sotto la media, ma essenzialmente allineati all’urgenza climatica anche nella penisola.