L’Oreal: la formazione legale è interattiva

Tra i compiti affidati ai giuristi d’impresa c’è la formazione in ambito legale della popolazione aziendale. C’è chi opta per le lezioni fisiche più tradizionali, chi per presentazioni e video tutorial da seguire al pc, e chi, invece, cerca vie alternative. Tra questi ultimi la direzione legale di L’Oreal Italia. Il direttore affari legali e societari del gruppo Valentina Ranno ha infatti ideato una nuova modalità per trasmettere ai colleghi le nozioni legali che li coinvolge attivamente. L’obiettivo è quello di invertire la percezione che tradizionalmente si ha in azienda della conoscenza dei rischi legali: da adempimento noioso e farraginoso ad asset prezioso per il proprio lavoro quotidiano. Il vantaggio per l’impresa è che la cultura della legalità diventa diffusa e condivisa.

Col suo team, composto da sei risorse – Elena Di Martino, Antonio Papalino, Rossana Viggiano, Rosanna De Ruosi, Anna Lo Burgio e Barbara Longoni – Ranno ha progettato dei laboratori interattivi destinati ai diversi dipartimenti aziendali che mettono alla prova le persone davanti a casi pratici, richiedendo la ricerca attiva di soluzioni.

I workshop

«Da anni sperimentiamo workshop costruiti da noi sulle risultanze di quanto avviene internamente – racconta a MAG la giurista – . Per esempio, abbiamo simulato una finta ispezione della Guardia di Finanza e una verifica da parte dell’autorità antitrust. Ci è servito intanto a vedere quale fosse la prima reazione della popolazione aziendale coinvolta, dalla reception alle varie funzioni, a un evento del genere. Successivamente, sulla base di quanto emerso dalle e-mail raccolte durante la giornata e rese anonime, abbiamo costruito dei role play per i colleghi delle funzioni commerciali». Altro esempio, aggiunge la giurista, è la creazione di una sorta di giurì pubblicitario simulato: il team legale ha diviso i professionisti del marketing in due squadre e creato un caso concreto da risolvere. «Lavorando su situazioni realmente accadute, le persone si sono sentite più coinvolte e sono riuscite ad apprendere nozioni importanti e centrali per le proprie funzioni», continua Ranno.

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Gennaro Di Vittorio

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