Le imprese italiane sottovalutano i rischi legati ai cambiamenti climatici

Le aziende italiane stentano ad avviare strategie, processi e programmi per contrastare gli impatti dei cambiamenti climatici.

Lo rivela un’indagine sul tema dell’adattamento e della resilienza ai cambiamenti climatici da parte del mondo delle imprese pubblicata dall’ente di certificazione internazionale DNV GL. L’indagine, che ha coinvolto oltre 1.200 aziende nel mondo ed è stata condotta in collaborazione con l’istituto di ricerca GFK, ha evidenziato come le aziende su scala globale siano ancora impreparate ad affrontare la problematica. Non fanno eccezione le imprese italiane, che non spiccano per proattività.

Nonostante il 40% circa delle aziende del Bel Paese riconosca già gli effetti dei cambiamenti climatici su almeno una delle aree principali della propria attività (asset, operazioni, catena di fornitura o clienti e mercati) o se li aspetti nel breve termine, sono poche quelle che hanno già preso precauzioni.

Tra i rischi climatici più temuti l’innalzamento delle temperature e ondate di calore (73%) in netta predominanza, tempeste e siccità (31%) e alluvioni (29%) sono gli eventi climatici più temuti dalle aziende del nostro Paese. Seguono, a distanza, gli incendi (14%), l’innalzamento del livello medio del mare (12%), frane e smottamenti (11%) e acidificazione delle acque marine (5%).

Solo due imprese italiane su dieci (19%; – 6% rispetto alla media globale) hanno già implementato iniziative di adattamento e resilienza al climate change, mentre il 14% le sta pianificando. Il 36% del campione si propone di valutare quali siano le azioni rilevanti da intraprendere entro il breve termine, mentre il 30% dichiara che non saranno avviate azioni su questo fronte nei prossimi tre anni.

A frenare le aziende sembrano essere la mancanza di consapevolezza (30%) e l’idea che i cambiamenti climatici avranno un impatto solo limitato sulla propria attività (36%). I costi (31%) e la mancanza di incentivi (36%) rappresentano barriere all’azione altrettanto importanti.

Il futuro, tuttavia, promette progressi. Interrogati sulla propensione all’adozione di strumenti o servizi per costruire la propria resilienza al clima nei prossimi tre anni, il 71% degli italiani partecipanti all’indagine risponde in maniera positiva. Un intervistato su quattro condurrà un assessment per valutare i rischi climatici a cui è esposto il proprio business, mentre uno su cinque investirà per sviluppare la propria conoscenza e capacità di risposta alla problematica.

Gennaro Di Vittorio

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