Le banche cambiano volto: il general counsel è donna
Dai dipartimenti di Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm ai ruoli chiave in IBL, Ifis e Cassa Centrale, cresce la presenza femminile ai vertici legali del settore bancario. Un segno dei nuovi equilibri nelle strutture di governance
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Le tre principali banche italiane per capitalizzazione – Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm – hanno oggi direzioni legali guidate da donne. Rita Izzo, Elisabetta Pagnini e Antonia Cosenz sono rispettivamente general counsel dei tre gruppi e incarnano una tendenza crescente: la presenza femminile ai vertici delle funzioni giuridiche bancarie.
Gli istituti ai vertici del mercato
Fino a luglio 2025, Unicredit è rimasta la prima banca italiana per capitalizzazione di mercato, con circa 87,3 miliardi di euro e un peso del 10,9% sull’indice Ftse Mib. Seguivano Intesa Sanpaolo con 86,2 miliardi e Banco Bpm con circa 9,18 miliardi.
Solo nella seconda metà dell’anno i dati sono leggermente cambiati, anche se la competizione per il titolo di società con la capitalizzazione più elevata rimane un affare a due tra Intesa Sanpaolo (al vertice della classifica con una market cap di 98,5 miliardi di euro, pari all’11,3% del Ftse Mib) e Unicredit (con 98,2 miliardi e un’incidenza dell’11,2% sull’indice). Monte dei Paschi, beneficiando della chiusura del dossier su Mediobanca, ha nel frattempo conquistato la terza posizione fra gli istituti bancari, con una capitalizzazione di 22,5 miliardi (2,6%), seguita da Banco Bpm con 19,3 miliardi e un peso del 2,2%.
Le tre banche insieme, ad ogni modo, continuano a rappresentare oltre un quarto del valore complessivo del comparto bancario quotato italiano. Dal 2020 al 2024 la loro capitalizzazione aggregata è cresciuta da circa 56,5 a oltre 140 miliardi di euro, con un tasso medio annuo del 25,6%, la performance più alta tra i principali gruppi europei e statunitensi. Intesa si è posizionata come prima banca in Europa per market cap a fine 2024, mentre Unicredit si è piazzata al quarto posto dopo BNP Paribas e Banco Santander.
Le tre banche hanno seguito strategie diverse. Intesa Sanpaolo ha consolidato la propria posizione con una politica di dividendi stabile, un approccio prudente al capitale e una forte presenza sul territorio. L’avvio di Isybank, la banca digitale del gruppo, ha segnato un passo importante nella diversificazione dei ricavi e nell’apertura verso una clientela più giovane e digitalizzata.
Unicredit ha invece puntato su una strategia di espansione e di ritorno per gli azionisti, attraverso acquisizioni e programmi di buy back. Tra il 2021 e il 2024 ha realizzato riacquisti di azioni proprie per una media annua di oltre 3,5 miliardi di euro e ha aumentato la propria partecipazione in Commerzbank, rafforzando la presenza in Germania.
Banco Bpm, pur restando a distanza in termini di capitalizzazione, si è mossa con decisione per consolidare la propria posizione all’interno del sistema bancario italiano, attirando l’interesse di diversi gruppi e rafforzando la propria posizione grazie a operazioni nel settore della bancassurance e nella monetica.
Un trend che va oltre i grandi gruppi
La presenza femminile ai vertici legali, ad ogni modo, non si limita ai tre colossi. Il percorso di Pagnini, Izzo e Cosenz rispecchia in parte il progressivo rinnovamento delle competenze e delle gerarchie nel più ampio settore bancario. Negli ultimi anni, infatti, diverse banche hanno affidato a professioniste di lunga esperienza la guida o la co-guida delle proprie funzioni legali e societarie.
Nel 2019 Azzurra Campari è stata nominata responsabile dell’ufficio legale finanza, crediti e NPL di Istituto Bancario del Lavoro, capogruppo del Gruppo IBL Banca, estendendo poi la supervisione anche alle controllate Banca Capasso e Banca di Sconto. Sempre dal 2019, Lucia Martinoli è general counsel di Banca Ifis, dove nel 2025 ha coordinato i profili giuridici dell’opa su Illimity Bank, una delle operazioni di consolidamento più rilevanti dell’anno.
In BFF Banking Group, Michela Della Penna, corporate affairs director, rappresenta una delle figure di riferimento per la governance e gli affari societari del gruppo. Avvocata dal 1998, in passato ha ricoperto il ruolo di responsabile degli affari societari e legali di DEPObank, quello di responsabile degli affari societari e regolamentari di Nexi e quello di responsabile degli affari societari e legali di Istituto Centrale Banche Popolari.
E ancora: Michela Mariani coordina il dipartimento legal and corporate affairs di Cherry Bank dal 2020, Cinzia Petrocelli è a capo di quello di Banca del Fucino dal 2022, Elena Rossignoli è responsabile del servizio affari legali e societari di Banca di Asti.
Profili e percorsi diversi, che hanno in comune l’ingresso stabile nei ruoli di direzione legale in contesti dove fino a pochi anni fa la presenza femminile era residuale.
In Gruppo Cassa Centrale, Manuela Acler guida dal 2023 la direzione general counsel composta dall’area affari societari e partecipazioni e dall’area legale, per gestire in modo unitario le tematiche legali, societarie e di corporate governance. In Banca Aidexa dal 2024 c’è Federica Pavesi, che ricopre il ruolo di chief legal, corporate affairs, collection & privacy. In Crédit Agricole CIB, la direzione legale è affidata ad Angela Dominici, entrata nel 2015 e promossa a head of legal & corporate affairs nel 2025. Laura Segni, nominata ad aprile 2025 vice chairman di Intesa Sanpaolo IMI Securities Corp, è anche general counsel di Banca IMI da ottobre 2014 nonché head of legal advisory CIB directorate di Intesa Sanpaolo dal 2020.
E poi Barbara Levi, oggi group general counsel di UBS: una presenza pur sempre italiana ai vertici di una delle principali istituzioni finanziarie internazionali. Intervistata da MAG nel 2022, alla domanda su come avrebbe definito il proprio percorso di carriera in un settore ancora largamente dominato dagli uomini, aveva risposto: «Ho lavorato duramente e sono orgogliosa di quanto ho fatto. Ho avuto anche un po’ di fortuna, ma soprattutto persone che mi hanno sostenuto. Per questo oggi è importante per me aiutare i giovani talenti e restituire ciò che ho ricevuto».
Perché il legale bancario è diventato un ambito di leadership femminile
Che Unicredit, Intesa e Banco Bpm abbiano affidato la guida dei propri uffici legali a tre donne, certamente indica come il ruolo del diritto sia diventato parte del motore strategico delle istituzioni finanziarie. Negli ultimi anni, peraltro, la crescente attenzione delle banche a temi come la compliance, la sostenibilità e la governance, ha dato maggiore peso alle competenze giuridiche e ha reso la funzione legale parte integrante dei processi decisionali.
Ma non solo. Si è visto come molte professioniste, anche oltre il perimetro delle tre big, si sono affermate nell’ambiente giuridico bancario, costruendo percorsi solidi in un contesto tecnico e strutturato. E quindi: il diritto bancario è diventato, forse più di altri settori, un ambito in cui la leadership femminile sembra aver trovato una presenza stabile ai vertici?
Secondo Cosenz, interpellata da MAG, la risposta va cercata nel modo in cui è mutato il sistema di riferimento: «Il contesto culturale ed economico è cambiato, così come il modo di lavorare dei legali d’azienda». La giurista ha sottolineato come le donne abbiano saputo interpretare questa evoluzione unendo rigore tecnico e capacità di relazione: «In questo cambiamento, le donne hanno saputo unire le competenze professionali e la costanza a una sensibilità diversa, rivelatasi determinante nella propria affermazione professionale». Per Cosenz, questa trasformazione non è solo caratteristica del mondo legale, ma riguarda anche il modo in cui le banche gestiscono i propri processi strategici: «Credo significhi riconoscere il valore aggiunto che le donne possono dare nella gestione di questioni strategiche e complesse che poi hanno un riflesso diretto anche sugli economics della banca».
Resta però una distinzione evidente: se la presenza femminile è ormai consolidata nelle aree legali, di controllo e di governance delle banche, rimane però limitata nei ruoli di puro business, nella gestione diretta del capitale e nelle funzioni a maggiore esposizione commerciale. È lì che si misura ancora la distanza tra i due modelli di leadership, quello tecnico–istituzionale e quello operativo.
Nel legale bancario – uno spazio che, per la sua natura regolata e interfunzionale, valorizza la conoscenza normativa, la gestione dei rischi e la capacità di mediare tra direzioni diverse – la leadership femminile si è radicata senza scosse apparenti, ma con una progressione costante, sostenuta da risultati e credibilità. La finanza operativa, invece, resta un campo più lento nel rinnovarsi, dove la logica della performance e la cultura della presenza ai vertici mantengono tratti tradizionali.
Per questo, la crescita delle donne nei dipartimenti legali delle banche italiane […]
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