L’AI potrebbe plasmare il futuro dell’arbitrato. Lo studio di Freshfields

I progressi nel settore dell’intelligenza artificiale (AI) hanno il potenziale di plasmare il futuro dell’arbitrato internazionale, anche se le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza e la trasparenza hanno portato a richieste di maggiore supervisione, secondo il Rapporto sull’Arbitrato Internazionale 2025 di Freshfields.

I fattori chiave che influenzano l’arbitrato

Il rapporto – giunto alla sua decima edizione – evidenzia i 12 fattori chiave che influenzano il panorama dell’arbitrato nel 2025, con l’AI in cima alla lista. Ma oltre a quest’ultima, Freshfields ha segnalato anche fattori come la geopolitica, le controversie russe, la mediazione tra investitori e Stati, le questioni dei diritti umani nell’arbitrato dei trattati sugli investimenti e le crescenti esigenze ambientali, sociali e di governance (ESG).

Boris Kasolowsky, co-head dell’international arbitration group della firm, ha sottolineato che le aziende devono affrontare diverse complessità, come evidenzia il rapporto. Parole a cui ha fatto eco Noiana Marigo (entrambi in foto), ugualmente co-head della stessa practice, che ha affermato: “Siamo andati oltre l’osservazione per fornire una guida pratica per le aziende che affrontano sfide complesse”.

L’integrazione dell’AI nell’arbitrato internazionale spicca tra le tendenze identificate. Non a caso, i significativi progressi nel comparto tecnologico nel 2024 hanno ampliato la sua adozione tra arbitri e avvocati. Tuttavia, si richiedono maggiori controlli per garantire un uso responsabile dell’AI.

Anche i cambiamenti geopolitici occupano un posto di rilievo, visto che si prevede che le rivendicazioni degli investitori saranno significativamente influenzate dai recenti sviluppi politici. I fattori chiave includono le nuove amministrazioni in Messico – che ha proposto riforme radicali del suo sistema giudiziario – così come l’amministrazione Trump negli Stati Uniti, il conflitto in corso in Ucraina e l’evoluzione delle politiche commerciali e di investimento estero della Cina.

Vengono inoltre evidenziate le controversie russe e il ruolo dei tribunali statali nell’arbitrato. Nel 2024, l’intervento dei tribunali nazionali nell’arbitrato si è intensificato, in particolare per quanto riguarda le controversie che coinvolgono società russe soggette a sanzioni.

Il Regno Unito, Hong Kong e la Germania hanno registrato un aumento delle ingiunzioni anti-suit e dei provvedimenti dichiarativi a sostegno dell’arbitrato. Contemporaneamente, i tribunali russi hanno emesso ingiunzioni anti-arbitrato e anti-anti-suit, un’altra tendenza che probabilmente continuerà nel 2025.

Noah Rubins KC, partner dell’international arbitration group di Freshfields, ha osservato: “In un’epoca di maggiore coinvolgimento dei tribunali, è essenziale comprendere gli asset globali del proprio avversario. Laddove la controparte conduca attività al di fuori della Russia, le controparti europee potrebbero considerare sempre più spesso azioni offensive per fare pressione sulle parti che violano l’accordo di arbitrato”.

Un’altra tendenza emergente è il crescente utilizzo della mediazione nella risoluzione delle controversie tra investitori e Stati.

La mediazione come opzione alternativa

Il rapporto suggerisce che la mediazione rappresenti un’alternativa promettente, con crescenti critiche alla risoluzione delle controversie tra investitori e Stati (ISDS) a causa degli elevati costi, dei procedimenti lunghi, delle posizioni radicate tra Stati e imprese e delle preoccupazioni della società civile.

Le critiche all’ISDS non sono nuove: il rapporto del 2020 aveva infatti evidenziato le riforme all’ISDS, che ora sono in fase di attuazione, concentrandosi sulla reazione allo status quo e sull’ascesa dei tribunali permanenti per gli investimenti.

michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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