La pandemia lo conferma: è l’era dei general counsel

di ilaria iaquinta

Siamo nell’era dei general counsel (GC). I direttori affari legali occupano un posto centrale al tavolo decisionale dell’azienda, rivelando al management la sempre maggiore strategicità del proprio ruolo. Nel frattempo, la direzione legale assume progressivamente nuove responsabilità.

Queste in estrema sintesi le principali evidenze della “Chief Legal Officer (CLO) Survey 2021” condotta dall’Association of Corporate Counsel (ACC) con Exterro su un campione di circa 950 general counsel. Si tratta di una tendenza che si riconferma rispetto all’edizione confezionata dall’associazione nell’anno precedente. Il tutto nonostante il Covid-19. La pandemia «ha reso ancora più chiara la necessità di offrire un “seat at the table” al GC. Le esigenze del Sars-CoV-2 infatti sono strettamente legate a necessità e competenze regolatorie, legali e tecnologiche: proprio quei requisiti che caratterizzano il GC moderno», commenta a MAG Giuseppe Marletta (nella foto), managing director di ACC Europe.

I riporti e le responsabilità

In linea col dato registrato nell’edizione precedente del report quasi quattro chief legal officer su cinque (il 78%) riportano all’amministratore delegato (ad). La parte restante riporta nel 56% dei casi a un mix di figure del top management e nel 44% al cfo.

Secondo Marletta è importante che il riporto del capo del legal sia l’ad e non altre funzioni manageriali all’interno dell’azienda poiché: «Il GC ha un ruolo strategico. Non è un caso che secondo i dati del report, le attività strettamente legali occupino in media solo un terzo del tempo lavorativo del general counsel». E c’è da aggiungere spiega il professionista che: «nell’economia odierna, ogni decisione strategica che il ceo possa prendere – in materia di risk, di environmental/social/governance (ESG), di compliance, di data privacy, di operazioni – è in fondo una decisione legale».

Rispetto invece alle altre funzioni aziendali che riportano al legale, tra le 19 indicate dal campione preso in considerazione, le più comuni sono la compliance (74%) e la privacy (46%). Quest’ultima si posiziona su un gradino più alto anche rispetto alle funzioni di etica, rischio e affari societari. Un risultato questo, che suggerisce la sempre maggiore centralità che le tematiche privacy assumono per le direzioni affari legali interne.

Le legal operations e i team

Anche le legal operations (legal ops) registrano una crescita rispetto allo scorso anno, confermandosi una funzione strategica in grado di efficientare processi e risorse della direzione legale. «Il valore delle legal operations è ormai innegabile, e la funzione diventa sempre più comune. Secondo il 38% dei GC, le legal ops sono l’iniziativa strategica più importante per il dipartimento», commenta Marletta.

In particolare, il 61% dei dipartimenti legali ha ad oggi al proprio interno almeno una risorsa dedicata alla struttura. Si tratta di un incremento, in un anno di pandemia, di 6,7 punti percentuali rispetto all’edizione 2020 e di 39,4 punti rispetto al 2015. Ad avere un team più corposo (almeno quattro persone) sulle legal operations è il 21% degli uffici in house.

Nonostante il Covid-19, il 31% delle direzioni prevede di ingrandirsi e accogliere nuovi avvocati nel 2021. E, dato più sorprendente, tra i dipartimenti che pensano di assegnare più mandati agli studi d’affari, il 49% prevede comunque di incrementare il team interno. «Le esigenze della pandemia richiedono uno stratega esperto in materie come compliance, rischi e cybersicurezza. I ceo hanno compreso l’importanza di un legal team robusto con fondi e personale adeguati. Chi investe nella figura e nel ruolo del GC affronta la crisi Covid. Togliere fondi al GC porterebbe, di contro, a un’azienda indebolita, meno agile e privata di un ruolo che possa coordinare tutte le funzioni in maniera efficace ed efficiente», motiva Marletta.

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Gennaro Di Vittorio

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