La compliance gestita in house non è negoziabile
Norme sulla privacy, antitrust, anticorruzione. Sono sempre di più le leggi con cui le aziende devono fare i conti, prevedendo nuove prassi e nuovi regolamenti. Così molte imprese, per evitare sanzioni a volte davvero pesanti, sono corse ai ripari. Ne è un’esempio la scelta di Luxottica di istituire, quattro anni fa, un dipartimento di compliance indipendente da quello legale. Una sezione che come spiega l’avvocato Giorgio Totis, nuovo ingresso della squadra legale Luxottica, deve occuparsi di «strutturare progetti, anticipare eventuali problematiche future e creare una cultura del rispetto della conformità».
Un compito parallelo e indipendente rispetto a quello dell’ufficio legale che in Luxottica gestisce in house quasi tutte le questioni legali, ad esclusione della privacy e dell’antitrust in ambito internazionale. Abbiamo intervistato il capo della compliance Luxottica, il dottor Stefano Orsini (nella foto).
Come è nata l’esigenza di istituire un’area compliance separata dal dipartimento legale? Circa cinque anni fa su sollecitazione degli organi di governo societario e in particolar modo del comitato controllo e rischi, Luxottica ha deciso di dotarsi di un dipartimento di risk management e compliance.
Con che obiettivo? Poter avere una visione d’insieme sulle tematiche di rischio dal punto di vista operativo, strategico e di compliance. Una necessità per un’azienda che, come Luxottica, è distribuita in diverse aree geografiche e in diverse business unit, anche molto piccole e polverizzate sul terrritorio.
C’era la percezione che questo potesse costituire un rischio… Sì. Infatti una delle preoccupazioni del consiglio di amministrazione era quella di accertarsi, ad esempio, che tutti gli oltre 7mila negozi che Luxottica ha nel mondo rispettassero le normative in vigore nei singoli Paesi. Una cosa complicata da verificare anche in una realtà come quella degli Usa dove non c’è un’unica normativa in tutto il Paese, e ancora più ardua in altre aree del mondo. Ogni Stato ha infatti le sue regole su come devono essere fatti i negozi e gli ambulatori o su come si raccolgono i dati.
Da chi dipende il dipartimento compliance? Il dipartimento nasce con diretto riporto all’amministratore delegato product & operations.