Juriswiki, il diritto diventa open source

Si chiama JurisWiki ed è già stata ribattezzata la Wikipedia del diritto. Si tratta di una piattaforma open source per l’informazione giuridica che raccoglie le sentenze pubblicate dalle principale Corti italiane e le rende accessibili a tutti i cittadini, professionisti del diritto e non, senza alcun vincolo. L’idea è dell’avvocato Simone Aliprandi, esperto di diritto d’autore e ICT, oltre che fondatore e responsabile di Copyleft Italia. Il progetto, subito accolto con favore per il suo tentativo di favorire la trasparenza e il libero accesso all’informazione, si è però presto scontrato con il problema del rispetto della privacy, creando non pochi problemi al suo fondatore. L’abbiamo intervistato per capire meglio di che cosa si tratta.

Ci puoi dare una definizione di JurisWiki?

È una piattaforma open per l’informazione giuridica che raccoglie le sentenze disponibili sui siti della Corte di Cassazione, della Corte Costituzionale e della Corte dei Conti. Ma è anche molto di più. Come Wikipedia, JurisWiki consente, infatti, agli untenti di “partecipare al gioco”. Tutte le persone possono contribuire, perfezionando e commentando i provvedimenti, scrivendo massime, aggiungendo annotazioni e inserendo link ad altri testi legislativi.

Qual è lo scopo?

Lo scopo è quello di rendere accessibile a tutti un “bene comune” che oggi viene venduto a caro prezzo da banche dati specializzate e, nello stesso tempo, rispondere a una domanda sempre maggiore di informazione giuridica “accessibile”.

A chi è rivolto un database come JurisWiki.it?

A tutti. Dallo studente universitario, al giornalista, fino all’avvocato. Penso, ad esempio, all’avvocato con uno studio medio-piccolo che non può permettersi l’abbonamento a un database giuridico e che finisce per cercare le sentenze su Google o sui vari siti di informazione giuridica che offrono testi parziali o difficili da trovare.

Qual è invece il vantaggio di Juriwiki?

Il vantaggio è che tutte le sentenze sono raccolte in un unico collettore che le organizza secondo uno standard omogeneo e le rende il più accessibili possibili attraverso criteri di ricerca facili e intuitivi.

Come sta andando? Avete avuto riscontri positivi?

Finora abbiamo avuto molti feedback positivi perché JurisWiki.it è stato visto come un tentativo di aumentare la trasparenza in un settore delicato come quello della giustizia e, più in generale, come un’operazione che favorisce il libero accesso all’informazione. Dall’altro lato però ci siamo trovati di fronte al problema di tenere in equilibrio il diritto alla privacy con quello all’informazione.

Spiegaci meglio…

Non appena la versione beta di Juriswiki è andata online, lo scorso 21 aprile, alcuni amici giuristi esperti di privacy e informatica mi hanno segnalato che, secondo loro, il progetto mi esponeva a rischi – anche penali – perché la Corte di Cassazione (che di recente ha reso liberamente accessibili tutte le pronunce dal 2009 ad oggi) aveva messo sul proprio sito alcuni documenti – da me ripresi – non conformi alle norme sulla privacy.

Che cosa intendi?

Significa che in alcune di quelle 417 mila pronunce della Cassazione c’erano dati “sensibili”. Informazioni come queste avrebbero potuto essere rese anonime “alla fonte”. E tuttavia chi commette il reato di violazione della privacy non è la “fonte” – in virtù della sua indubbia autoruità – ma chi, come me, le ripubblica da privato cittadino.

Come avete risolto il problema?

Non lo abbiamo risolto. Ci siamo limitati a oscurare immediatamente tutte le sentenze della Cassazione, non potendo (nè fisicamente, nè economicamente) controllarle ad una ad una. Ora, se si cercano queste pronunce sulla nostra piattaforma, compare il messaggio: “La sentenza cercata è momentanemente oscurata perché i dati personali presenti potrebbero non essere stati correttamente anonimizzati dalla fonte originaria”. Il problema è che parliamo di 417 mila sentenze su un totale di 617 mila: due terzi del nostro database.

E la Cassazione?

La Cassazione ha iniziato ad oscurarle. Alcuni colleghi mi hanno infatti segnalato che, cercandole sul sito della Corte, compare solo l’avviso: “Sentenza in fase di valutazione per l’oscuramento”.

Questo cosa comporta per JurisWiki? 

Questo dietrofront per noi significa uno stop definitivo a quei 417 mila provvedimenti che costituivano l’ossatura di JurisWiki.it. La speranza è perciò quella che la Corte che ha mezzi e personale per farlo, emendi le sentenze a “rischio” e le renda così nuovamente accessibili.

Gennaro Di Vittorio

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