In Italia aumenta la flessibilità sull’uso dei manager in azienda

Molte aziende italiane negli ultimi anni hanno vissuto momenti di difficoltà a causa della mancanza di una classe manageriale adeguata. Un aiuto arriva dal Temporary manager, ovvero professionisti in grado di intervenire solo il tempo necessario per riorganizzare e rilanciare l’azienda e figure sempre più apprezzate dalle PMI italiane. Gli imprenditori hanno così la possibilità di avere risorse qualificate mantenendo una maggiore flessibilità e contenendo i costi, aspetti a cui sono particolarmente attenti.

Secondo l’indagine promossa da INIMA –network internazionale che raggruppa le associazioni di temporary manager in Europa- condotta su 750 professionisti ad Interim, a inizio anno (gennaio 2021) ben il 77% dei manager italiani intervistati risulta occupato con un contratto part-time (41%) o full time (36%). Un dato nettamente superiore alla media europea (55%). Per quanto riguarda l’utilizzo medio nel 2020, ovvero il rapporto tra giorni di attività rispetto al numero totale di giorni lavorativi, l’Italia si posiziona al terzo posto con il 59%, dietro solo alla Germania (73%) e alla Svizzera (65%).

Il profilo italiano

In Italia il temporary manager ha in media 56 anni (in linea con l’Europa) e ha maturato un’esperienza di 6,5 anni come professionisti ad interim ricoprendo ruoli da Top manager C-level o superiore. Tra le criticità che i manager italiani hanno dovuto affrontare nei loro ultimi incarichi si evidenzia al primo posto la Gestione del cambiamento, indicata dal 15% degli intervistati, una tematica che però coinvolge i manager di quasi tutti i paesi europei. Seguono lo sviluppo del business (9%) e l’ottimizzazione dei processi (8%).  Sul fronte delle dimensioni aziendali, in Italia ben il 60% dei Temporary Manager ha lavorato presso aziende con meno di 100 dipendenti, contro una media europea del 31%. Solo la Spagna ci supera con il 64%, questo dipende principalmente dal tessuto economico italiano e spagnolo composto prevalentemente da piccole-medie imprese.

Analizzando i ruoli ricoperti, a livello europeo i primi cinque riguardano il board/direzione generale (32%),  le operation (9%) le risorse umane (9%),il finance (8%), e le vendite (6%). In Italia la richiesta è molto più alta nelle posizioni che riguardano il board/direzione generale (47%), nelle operation (16%) e nelle vendite (9%), anche se si è ben al di sotto della media europea nelle risorse umane (solo il 3%). Per dare un’ulteriore panoramica sul mercato nel 2020, è stato chiesto di riportare i dettagli del loro ultimo incarico. L’industria privata ha rappresentato ben il 90% degli incarichi temporanei in Europa, mentre in Italia il settore pubblico e non profit rappresenta solo il 2% (ultimo tra tutti i paesi). Tra i settori principali di attività, il Bel Paese si distingue nettamente per la percentuale più alta nella Metalmeccanica (35%), contro una media europea dell’11%.

 

Gennaro Di Vittorio

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