Inhousecommunity Day: quanto si guadagna, in azienda?
Il 2019, in termini di dinamismo, è stato un ottimo anno per il mercato in house, con più posizioni aperte e cambi di poltrona. Sviluppandosi il ruolo, cresce anche l’appeal della posizione di legale interno. A non crescere, invece, sono i salari, che restano stabili e fra i più bassi in Europa. Queste sono le principali tendenze che emergono dalla ricerca annuale di Taylor Root «In-house & private practice salary guide & market report 2019», presentata in esclusiva durante l’Inhousecommunity day, e riportata in anteprima su MAG, che traccia il quadro remunerazioni dello scorso anno con un outlook anche al 2020.
«Le remunerazioni non variano molto dal 2018 e gli aumenti che sono previsti nel 2020 restano fra lo zero e il 10%», specifica Nicoletta Ravidà, Head of Southern Europe di Taylor Root, che ha curato la ricerca e l’ha presentata in apertura della terza tavola rotonda. «Nell’80% dei casi le società pagano un bonus e questo, seppur basso, si aggira fra lo zero e il 10% nella maggior parte delle volte» (fig. 1), prosegue. Nel 2019, il 60% degli intervistati ritiene però di non essere pagato abbastanza (fig. 2), mentre il 67% afferma che l’aumento è stato lo stesso dell’anno precedente.
In media, un in house con due-tre anni di esperienza guadagna tra i 25 e i 40mila euro l’anno. Il suo stipendio sale a 65-80mila euro se lavora da 6-7 anni e arriva a 155-250mila euro se è operativo da più di vent’anni. Quando si arriva a guidare l’ufficio legale, e si diventa quindi General Counsel, si guadagnano invece almeno 500mila euro annui (fig. 3). Dati che di fatto confermano la survey precedente. Nonostante questo, cresce il numero dei giuristi d’impresa felici del proprio lavoro (66% rispetto al 60% di un anno fa, fig. 4). Non solo, «il 76% di questi rifarebbe la stessa scelta se dovesse riiniziare la propria carriera professionale», puntualizza Ravidà durante il seminario online.