Inhousecommunity day: qual è il posto (giusto) in azienda?

Parlando di ruolo, non si può prescindere dall’inquadramento scelto per i giuristi d’impresa in azienda, e quindi linee di riporto nell’organigramma e relative responsabilità. Il tema alla base della seconda tavola rotonda, inaugurata da Lara Carrese, vicepresidente AIDP Lombardia, e con la partecipazione di Fabio Cangiano, head of legal affairs Babcock & Wilcox SPIG, Giovanni Cerutti, Svp Regional general counsel Ntt Data Emea, Fabio Comba, Hr director Kpmg Advisory), Paola Tradati, equity partner Gatti Pavesi Bianchi, e Roberto Zecchino, Vp Hr & Organization South Europe Robert Bosch.

I punti chiave emersi afferiscono alla cultura: l’Italia è ancora indietro rispetto al riconoscimento di questa figura all’interno dell’organigramma, che è, a sua volta, lo specchio di una determinata cultura aziendale. «Da noi si fa ancora fatica a parlare di general counsel, negli altri paesi si dà per scontato», sottolinea Cerutti, che sostiene anche l’importanza di «avere un rapporto con i colleghi che chiarifichi dal punto di vista organizzativo gestionale le responsabilità». In Italia, ancora molto spesso il general counsel infatti non riporta direttamente all’Ad, ma al Cfo, ad esempio. Questo frena la libertà d’azione e la sua “naturale” connessione con i vertici.

Diversa dalla questione organigramma è la posizione – come specifica Comba – che invece «non è un’opinione», ma deve fondarsi su criteri ben precisi. Per Carrese, invece, «l’inquadramento va di pari passo con il livello di rischio che ricade su chi deve decidere». Sempre lato Hr, Zecchino incoraggia le collaborazioni con i general counsel: «siamo passati dall’outsourcing al costruirsi competenze in casa, soprattutto nell’ultimo periodo», dice. Insomma, una sinergia fra Hr e legal che potrebbe giovare all’azienda e che potrebbe consolidarsi nel post-covid. «Dalle Hr ho necessità di drenare una visione, al contempo è vitale il contatto con il Cfo per dare un contributo a tutto tondo come la mia funzione è chiamata a fare», conclude Cangiano.

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Gennaro Di Vittorio

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