Industria 4.0, è tempo di accelerare

Su quali siano le chiavi del successo per l’impresa del futuro i manager e gli imprenditori, soprattutto grazie al rinnovo della coscienza dei consumatori, hanno un’idea sempre più precisa. Ma a mancare è il coraggio di mettersi in gioco già adesso per farle proprie.

Sembra essere questo un sunto dei risultati della ricerca di Deloitte intitolata The Fourth Industrial Revolution at the Intersection of Readiness and Responsability, presentata durante il World Economic Forum di Davos, che ha raccolto le interviste a oltre 2mila tra manager e imprenditori in 19 Paesi.

Lo studio ha evidenziato come l’89% degli intervistati sia preoccupato per l’impatto ambientale delle proprie aziende e per la potenziale scarsità di risorse alla quale potrebbe andare in contro il pianeta. E il 61% di questi è convinto che il futuro dell’impresa dipenderà dalla capacità di puntare fortemente, oltre che sull’innovazione tecnologica, sulle forme di responsabilità verso ambiente e benessere delle persone.

In questo scenario, secondo la ricerca, è essenziale abbracciare appieno il potenziale dell’Industria 4.0, che, automatizzando molti processi industriali, creando nuove figure professionali e aumentando la qualità produttiva degli impianti, può avere effetti positivi sia sul business che sulla società in generale, favorendo il miglioramento delle condizioni di lavoro, diminuendo l’impatto ambientale e garantendo una posizione di vantaggio sulla concorrenza.

Tuttavia, solo due manager su dieci considerano gli investimenti nell’Industria 4.0 una priorità, e solo uno su dieci ha investito nell’ambito cruciale della crescita dei talenti necessari a sostenere il cambiamento. Il 77% delle aziende intervistate, inoltre, non ha una strategia di ampio respiro per far fronte alle nuove esigenze.

Secondo Deloitte, le priorità delle imprese dovrebbero essere lo studio delle opportunità che l’Industria 4.0 può offrire al loro caso concreto, unitamente all’investimento in leadership importanti in tale settore, con i ceo stessi che dovrebbero iniziare una transizione dal ruolo di chief executive officers a quello di chief experience officers (cxo), professionisti che sappiano mettere al centro del proprio lavoro l’esperienza del cliente.

Gennaro Di Vittorio

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