In azienda è scontro generazionale

È possibile la convivenza di generazioni diverse all’interno dello stesso ambiente lavorativo? Come si considerano reciprocamente baby boomer e millennial? Cosa si aspettano i baby boomer dall’azienda e cosa desiderano?

Da questi interrogativi si è sviluppata una ricerca ad hoc di Kelly Services, gigante della consulenza per le risorse umane, basata sui risultati del Kelly Global Workforce Index (KGWI), un sondaggio su 164mila lavoratori di 28 Paesi.

Attualmente nelle aziende i lavoratori sono spesso divisi da un enorme divario legato all’età, con la convivenza di anche cinque “generazioni” all’interno dello stesso ambiente professionale. Con l’allungamento delle aspettative di vita e della permanenza sul luogo di lavoro, questo trendo continuerà ad aumentare. Come possono comprendersi persone con visioni, abitudini, strutture mentali e di linguaggio nate da esperienze e vissuti così differenti?

Una delle problematiche più scottanti della convivenza in azienda, è legata ai pregiudizi reciproci. La ricerca mostra che il 56% dei baby boomer (le persone nate tra il 1946 e il 1964) crede che i millenial (quelli nati dal 1980 in poi) tendano a pretendere profitti e riconoscimenti immediati; il 34% ritiene che, sempre i lavoratori più giovani, tendano a manifestare un senso di “acquisizione di diritto” e che non abbiano la volontà di dedicare il tempo necessario al lavoro duro o a portare a termine i loro compiti.  Di contro, solo il 12% dei baby boomer ritiene che i Millennial siano concentrati sull’obiettivo.

Guardando all’altra metà della mela, la maggioranza dei millennial italiani (circa il 68%) crede che i baby boomer non siano al passo con i tempi quando si parla di tecnologia e non disposti ad aggiornarsi per imparare nuove abilità.

Altre differenze tra i due gruppi ruotano intorno al desiderio di una flessibilità lavorativa. Arrivati quasi al termine delle proprie carriere, molti baby boomer cercano più tempo libero e meno responsabilità rispetto ai millennial, che invece aspirano a fare carriera. Il 45% dei baby boomer cambierebbe lavoro per un’occupazione più flessibile, contro il modestro 41% dei millenial.

Guardando all’auto-valutazione delle competenze, i lavoratori più giovani hanno maggiore fiducia nel proprio valore sul mercato del lavoro (il 39% dei millennial contro il 36% dei baby boomer). 

Gennaro Di Vittorio

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