Il piano B degli avvocati in house
Diventare un avvocato in house è un lavoro che può rivelarsi molto gratificante sia sul piano intellettuale che su quello retributivo. Nonostante ciò non è difficile immaginare che ci sia qualcuno in ogni dipartimento legale aziendale che non ha mai smesso di pensare a quello che avrebbe potuto fare se non avesse studiato legge.
Robert Half, la società di consulenza e ricerca del personale, ha fatto un sondaggio tra gli avvocati in house di Usa e Canada, chiedendo loro qual era il loro “piano b”. Corporate Counsel ha elaborato i dati per scoprire qual è la scelta più popolare.
Il risultato? Tutt’altro che una sorpresa. Il 18% degli intervistati ha dichiarato che se non avesse fatto l’in house, si sarebbe dedicato al marketing o alla gestione d’impresa. “Questa risposta – ha spiegato Charles Volkert, direttore esecutivo della Robert Half – è molto logica perché gli in house si stanno mettendo sempre più alla prova in questi due ambiti all’interno delle proprie aziende”. Volkert ha anche sottolineato che negli ultimi anni i lavori alternativi alla carriera legale e che tuttavia hanno molto a che fare con il business legale, sono fortemente aumetati: “penso, ad esempio alla gestione dell’e-discovery, all’information governance o al legal consulting”.
Oltre a far emergere la passione dei legali d’azienda per gli “affari”, il sondaggio ha evidenziato come i giuristi sono attratti anche dall’insegnamento. Il secondo lavoro più “desiderato” dal 15% degli intervistati è una professione in ambito accademico o, più in generale, nel mondo dell’istruzione. Tra le materie indicate ci sono scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. “All’inizio ero un po’ sorpreso per questa risposta – ha confessato Volkert – poi però ho pensato che oggi la pratica del diritto coinvolge sempre più strumenti tecnologici e implica, soprattutto per i legali in house, un’ottima capacità di problem solving che ben si coniuga con questa aspirazione alle materie scientifiche”.
La medicina è invece il piano b per il 10% degli intervistati, la finanza e l’economia per l’8% e un lavoro pubblico per il 7%. Solo il 5% degli intervistati ha detto che se cambiasse lavoro sceglierebbe quello di giornalista.