Il mondo professionale fa luce sul whistleblowing

Nuova luce sul whistleblowing. A un anno dall’entrata in vigore della legge 179 del 2017 che ha introdotto formalmente nel nostro Paese il whistleblowing – ovvero l’istituto che regolamenta, semplifica la segnalazione di illeciti da parte dei dipendenti – il Consiglio Nazionale Forense (CNF), il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC), Confindustria e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) hanno chiarito alcuni dei punti oscuri della norma fornendo alle aziende delle indicazioni su come tradurre concretamente gli obblighi del whistleblowing.

A dicembre scorso le associazioni che rappresentano il mondo dell’industria, delle banche e della consulenza professionale hanno infatti diffuso delle nuove linee guida per la stesura dei modelli organizzativi 231, quelli cioè di cui le aziende (quotate e non) e gli studi professionali associati scelgono di dotarsi per prevenire l’eventuale responsabilità penale dell’impresa. «Due in particolare sono i nodi districati dal documento che completa il quadro normativo con indicazioni pratiche rispetto alle previsioni di legge», spiega a MAG Fabrizio Vedana (nella foto), vicedirettore generale di Unione Fiduciaria, società che opera nella consulenza sulla normativa whistleblowing e ha creato la APP whistleblowing italia.

Anzitutto, le linee guida, «indicano, per la prima volta, espressamente e formalmente, che il canale attraverso il quale viaggiano le segnalazioni whistleblowing, non può essere una semplice casella di posta elettronica, strumento di cui molte imprese si sono dotate a oggi perché a costo zero, ma deve essere un canale informatico con caratteristiche che assicurino la tutela dei soggetti segnalanti e la riservatezza dalle comunicazioni», dichiara l’esperto. In secondo luogo, continua Vedana, il documento suggerisce, anche se non previsto espressamente dalla legge, di considerare l’organismo di vigilanza 231 come primo e principale destinatario del flusso delle segnalazioni in quanto rispondente alle caratteristiche stabilite per il soggetto ricevente, e cioè l’essere super partes rispetto alle strutture operative aziendali.

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Gennaro Di Vittorio

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