Il lavoro preferito dalle donne asiatiche? Il legale in house
La carriera in house piace sempre di più alle donne asiatiche. A rivelarlo è Yvett Tan, responsabile di un sito di informazione per la comunità in house di Hong Kong. L’esperta è intervenuta dopo che il Finantial Times, lo scorso 10 agosto, aveva pubblicato un articolo sulla cosiddetta “omogeneità maschile” della professione forense. Tan ha risposto al quotidiano con una lettera in cui spiegava che il 59% degli avvocati in house di Hong Kong sono donne e aggiungendo che “per le donne intraprendere la una carriera legale di legale d’impresa si sta rivelando particolarmente interessante”.
L’esperta ha spiegato che la possibilità di avere una carriera come in-house counsel è un concetto relativamente nuovo in Asia, dove la maggior parte delle aziende hanno iniziato solo 20 fa ad assumere general counsel. “Ora ci sono più donne ma la situazione potrebbe presto cambiare” avverte Tan. Come a dire che le avvocate asiatiche devono rimanere vigili e non perdere tempo nell’auto compiacimento visto che, più in generale, le donne in Asia non brillano di certo nelle posizioni di leadership aziendale.
Da un sondaggio del 2012 realizzato da McKinsey & Co. è infatti emerso che le donne asitiche che occupano ruoli importanti sono pochissime. “Inoltre, anche se in alcune aziende si sta iniziando a parlare di diversity, questa, per la maggior parte delle industrie, non è di certo una questione in cima alle loro priorità” rivela Ten.
L’indagine, chiamata “Women Matter: una prospettiva asiatica,” analizza il numero di donne nei consigli e nei comitati esecutivi di 744 aziende in 10 mercati asiatici. Anche se i numeri variano notevolmente da paese a paese, è emerso che “la percentuale di donne che si siedono nei consigli aziendali e nei comitati esecutivi in ??società asiatiche è sorprendentemente bassa rispetto all’Europa e agli Stati Uniti, che pure vedono le donne sottorappresentare”, si legge nel dossier. Le professioniste occupano, infatti, solo il 6% dei posti nei consigli aziendali e l’8% nei comitati esecutivi.