Il giurista d’impresa non è marginale: guida il diritto dove nasce davvero
Ho deciso di rispondere allo stimolante articolo di Flavia Zarba su HuffPost. Per come lo studiamo qui, giorno per giorno, il giurista d’impresa risulta centrale nel mondo aziendale. È un legale moderno. Perché il diritto vive oggi dentro le imprese, tra strategie, governance e innovazione. Il legale in house è interprete e creatore delle regole operative, e spesso anticipa un sistema ancora troppo legato alle categorie del passato
QUESTO ARTICOLO COMPARE NEL NUOVO NUMERO DI MAG. CLICCA QUI PER SCARICARE GRATUITAMENTE LA TUA COPIA
A settembre l’HuffPost ha pubblicato un articolo di Flavia Zarba, general counsel di Sparco, dal titolo “In Italia il giurista d’impresa è una figura marginale”. L’ho letto con molto interesse e ho deciso di risponderle pubblicamente.
Condivido l’analisi di Zarba: il giurista d’impresa è una figura centrale nel sistema economico e legale, ma nel nostro Paese resta prigioniero di una percezione riduttiva – quella di professionista “a metà”, non completamente riconosciuto.
Credo però che questo tema apra una riflessione ancora più ampia, che riguarda non solo la professione, ma il modo in cui il diritto stesso si manifesta oggi, sempre più fuori dai tribunali e dentro i processi aziendali.
Il nuovo luogo del diritto
Zarba scrive che “il diritto vive anche dentro l’impresa”. Ha ragione. Ma forse dovremmo specificare che oggi vive soprattutto dentro l’impresa. Non più solo nei tribunali o negli studi professionali, ma piuttosto, appunto, nei processi decisionali, nelle strategie aziendali, nei sistemi di governance, nei protocolli Esg e di intelligenza artificiale.
Questo spostamento ha cambiato la natura stessa della funzione legale. Il giurista d’impresa non si limita più a prevenire i rischi o interpretare le norme, ma partecipa alla costruzione del diritto in tempo reale, e lo fa ogni volta che un’azienda traduce la complessità in una regola operativa.
È l’impresa il luogo dove la norma diventa scelta, dove il principio giuridico diventa comportamento organizzativo. Ecco perché, spesso, il sistema non sa come collocare la figura del legale in house: perché il diritto, semplicemente, non si trova più dove lo si cercava.

Se il diritto si sposta
Il nostro ordinamento è abituato a definire il diritto attraverso confini: interno/esterno, pubblico/privato, avvocato/impresa.
Il legale in house vive nella soglia tra questi confini e, per questo motivo, risulta difficile da classificare. Non perché – o non solo perché – manchi una legge che lo riconosca, ma perché manca una grammatica che ne sappia leggere la funzione.
Quando il diritto si sposta dentro l’impresa, smette di essere solo “difesa” e diventa “governo”: diventa linguaggio di responsabilità, di integrità, di sostenibilità. È un diritto che non si applica dopo ma che si esercita durante. E il legale in house ne è il principale interprete: un professionista che vive la norma dall’interno, la declina nelle scelte, la traduce in cultura aziendale.
Non anomalia, ma anticipazione
Zarba scrive che il giurista d’impresa resta “ai margini” perché il sistema continua a trattarlo come tale. Su questo, credo si possa fare un passo oltre. Non è il giurista d’impresa a essere ai margini, è il sistema a essere in ritardo. Il giurista d’impresa, semmai, è in anticipo: lavora già dentro una dimensione del diritto che l’ordinamento tradizionale non ha ancora imparato a vedere.
È la figura che incarna il diritto del futuro in un sistema ancora costruito su categorie del passato. Rappresenta una forma nuova di autorevolezza – non concessa, ma esercitata.
La “marginalità” di cui parla Zarba, dunque, è il sintomo di un disallineamento tra il diritto che cambia e il sistema che lo interpreta.
Una nuova grammatica del diritto
È certamente vero, come sottolinea Zarba, che il giurista d’impresa è una figura ancora sottovalutata. Il sistema legale italiano, d’altronde, si difende dalla novità cercando di riportarla dentro gli schemi noti. Finché continuerà a pensare il diritto come qualcosa che “sta fuori” dai processi aziendali, chi lo pratica “dentro” apparirà sempre una figura ibrida, quindi sospetta.
Per superare questa impasse, tuttavia, non serve soltanto un albo o un riconoscimento formale. Serve innanzitutto un linguaggio nuovo. Che sappia […]
PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI – e scarica la tua copia di MAG