Il dream gap delle bambine. Parla Alessia Mosca
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Di questione di genere nelle materie Stem abbiamo parlato spesso. Eppure, ogni volta che mi imbatto in una nuova ricerca o in un’iniziativa dedicata, mi rendo conto che l’argomento resta ancora drammaticamente attuale. Soprattutto in Italia, dove le ragazze tra i 25 e i 34 anni con una laurea nelle materie Stem (cioè scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono secondo l’Istat solo il 16,8%, contro il 37% dei loro coetanei.
Un divario che non nasce all’università, ma molto prima. Gli studi lo confermano: già a 5 anni molte bambine iniziano a dubitare della propria intelligenza. A 6, smettono di credere di poter “diventare qualsiasi cosa vogliano”. A 10, si allontanano dalle materie scientifiche, considerate “troppo difficili” o “più adatte ai maschi”. È qui che inizia quello che gli esperti chiamano “dream gap”.
Non è una questione astratta o sociologica: è una dinamica che si costruisce giorno dopo giorno, spesso in modo invisibile. Che nasce nei giocattoli divisi per colore, nell’unica Barbie scienziata venduta accanto a dieci Barbie principesse, nei complimenti che premiano la grazia più dell’ingegno, nelle aspettative di genitori e insegnanti che continuano – anche inconsciamente – a proporre modelli diversi a seconda del genere.
Il risultato è un circolo vizioso silenzioso: meno ragazze che scelgono licei scientifici, meno donne che entrano nei corsi universitari Stem, pochissime che arrivano ai vertici della ricerca o dell’innovazione tecnologica. Eppure viviamo in un mondo che reclama competenze scientifiche come l’ossigeno e ci sono più posti di lavoro nelle aree Stem di quanti gli uomini possano coprire.
Da donna, sento questo divario come qualcosa che riguarda tutte noi, perché parla di libertà, di fiducia e di possibilità. Non si tratta di convincere ogni bambina a diventare ingegnera o astrofisica, ma di fare in modo che nessuna rinunci a provarci per paura di non essere all’altezza. Che ogni ragazza possa scegliere ciò che ama davvero – un laboratorio, un palco, un’aula, un campo da calcio – sapendo che il suo posto lì è legittimo.
Ne parlo in questa nuova puntata di Diverso sarà lei con Alessia Mosca, la stessa che nel 2008 è stata eletta al Parlamento italiano dove è poi stata promotrice e prima firmataria della legge Golfo-Mosca che ha introdotto in Italia l’obbligo di quote di genere nei cda delle società quotate. E che nel 2021, insieme a Ersilia Vaudo e Giovanna Dell’Erba, ha fondato l’associazione non profit “Il cielo itinerante”. Buon ascolto!