Il cfo? Si prende in affitto

N el 2015 i minibond quotati sull’ExtraMOT Pro sono stati più di 50. Da 91 emissioni registrate a fine 2014 si è passati a un totale di 148, il 15% in più, per un mercato che a oggi vale oltre 5,5 miliardi di euro. Un dato piuttosto significativo, questo rilevato nell’ultimo Minibond Barometer di Epic sim e minibonditaly.it, se si pensa che in Italia le piccole e medie imprese dipendono quasi completamente dalle banche. Tanto che, rileva il Cerved, per l’impresa mediana il 98% dei debiti finanziari ha natura bancaria. Ed è significativo soprattutto perché, in un sistema creditizio ancora lento a riprendersi dalla crisi, dimostra come le pmi si siano attivate nella ricerca di forme alternative di finanziamento, come appunto i minibond.

Proprio qui, però, sta il rovescio della medaglia. Non tutte le imprese hanno le competenze finanziarie sufficienti ad adottare e a gestire nel tempo questi strumenti “alternativi”. Anzi, sono meno della metà quelle che hanno una figura preposta al proprio interno, come un cfo, capace di comprendere la finanza. Il motivo? «In primo luogo – spiega Andrea Pietrini (nella foto), managing partner di yourCfo Consulting Group – perché il cfo è una figura manageriale che costa molto e una media azienda non può permetterselo, oltre a non averne realmente bisogno». Secondo, «può capitare che, in aziende a gestione familiare, ci sia una commistione tra il patrimonio aziendale e quello personale tale per cui l’imprenditore sia restio a far accedere un esterno alla propria situazione finanziaria».

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Gennaro Di Vittorio

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