IGT, nuovo assetto per il legal in Italia
Classe 1975, Primiano De Maria è da poco più di sei mesi Legal director Italy e vice president & assistant general counsel di International Game Technology (IGT). L’operatore mondiale dei giochi nato dal matrimonio tra la ex Lottomatica Gtech e l’americana IGT. «Sono entrato nel gruppo nel 2010 come responsabile per gli appalti per la selezione di fornitori di beni e servizi. Sono arrivato come quadro, successivamente sono diventato manager, poi dirigente e a dicembre 2015 sono stato nominato direttore» racconta a MAG De Maria, che adesso è a capo della direzione legale italiana.
Il gruppo ha tre uffici legali, uno per ciascuna macro regione in cui opera: Italia, Usa e International. Usa e Italia fruttano a oggi circa l’80% dei ricavi totali, mentre l’area chiamata “International”, che sta a indicare il resto del mondo ed è ancora in fase di sviluppo, al momento conta contratti in 57 Paesi. Tutti mercati molto diversi tra loro che, viste le specificità, richiedono un elevato margine di autonomia nella conduzione di strategie e progetti. È così che l’ufficio centrale di Providence, in Rhode Island, segue tematiche prettamente societarie e svolge una funzione di raccordo dando indicazioni su temi di benchmark, regolamentari, compliance e procedure anticorruzione.
Avvocato De Maria, come è organizzato l’ufficio legale italiano?
Ci siamo recentemente divisi in tre sezioni. L’area gaming, composta da sette legali molto specializzati nel settore giochi, si occupa delle concessioni e segue il business dei servizi (payment services, e-money), con un totale di sette risorse dedicate. La sezione litigation, formata sempre da sette risorse, segue il contenzioso e la tutela a 360 gradi degli interessi aziendali, dal copyright alla concorrenza sleale, all’antitrust. Infine, c’è la squadra corporate affair and m&A: sei professionisti che si occupano del diritto societario classico, quindi la tenuta dei consigli di amministrazione, della documentazione e della parte m&a.
Lei è arrivato a capo della direzione legale a dicembre 2016, che novità ha portato nel modo di far funzionare la squadra?
L’impostazione che io sto cercando di dare in questi mesi prevede una certa trasversalità. Vorrei che non ci fossero compartimenti stagni nella ripartizione delle competenze. Ovviamente ognuno ha il suo ruolo e la sua specializzazione. Però la risposta alle richieste che arrivano dai vari rami aziendali deve essere unica, da parte dell’ufficio legale intero. Per raggiungere questa trasversalità stiamo investendo nella formazione, affinché tutti conoscano meglio il mercato in cui operiamo oltre che le regole che riguardano i giochi.
State conducendo dei progetti specifici?
Sì. I legali faranno degli affiancamenti con le singole divisioni aziendali. I colleghi della direzione legale andranno nei punti vendita, per vedere i nostri prodotti di gioco, le sale; verificheranno, ad esempio, come funzionano i sistemi di pagamento delle bollette. Se conosciamo come sono fatti i terminali, nel momento in cui stipuliamo un accordo con un fornitore sappiamo quali solo funzionalità a cui non vogliamo rinunciare. Il progetto è in fase di partenza, ma avvicinerà il legale al business. La squadra funzionava bene anche prima del mio arrivo, però era legata alla brillantezza di alcuni singoli. Ho cercato di cambiare e modificare proprio questa impostazione.
Come?
Il primo punto su cui ho insistito è una maggiore condivisione di informazioni. Adesso abbiamo dei momenti di incontro prestabiliti. L’intero team si incontra ogni due settimane, i responsabili di ogni area ogni settimana. Prima la comunicazione era estemporanea, legata a singoli eventi. L’informazione è potere, lo scambio è fondamentale. Un altro elemento importante è la formazione manageriale. L’azienda ci mette a disposizione una serie di corsi dal public speaking, alla comunicazione efficace e alla formazione tecnica per la preparazione di presentazioni. A questi corsi adesso parteciperanno anche tutti i membri della direzione legale.
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