In house la trasformazione è già in atto
Se si dovesse scegliere una sola parola per indicare la sfida più grande delle direzioni affari legali, “trasformazione” sarebbe quella giusta. Il termine sintetizza alla perfezione i tre aspetti su cui i general counsel devono agire con maggiore impellenza: le persone, su cui è fondamentale puntare dal momento che nuove competenze e specializzazioni assumeranno una crucialità sempre maggiore nel contesto evolutivo che caratterizza la professione legale di oggi; i processi, che vanno rivisti per andare incontro all’esigenza stringente dei vertici aziendali di fare sempre di più con meno; e tecnologia, uno strumento di cui non è più possibile fare a meno, se si vogliono massimizzare le competenze in house e ridurre i tempi di alcune attività.
È quanto è emerso durante l’incontro “Time to build”, organizzato da Deloitte Legal Italia, durante il quale si sono alternati gli interventi del managing partner di Deloitte Legal Italia Carlo Gagliardi, Bruce Braude e Tom Brunt, rispettivamente chief technology officer e director legal management consulting Deloitte Legal UK. Un’urgenza di trasformazione è ciò che lo studio legale ha colto nelle direzioni affari legali italiane. Ed è a queste che, ha annunciato, proporrà un osservatorio. Un think tank che guiderà la discussione sui temi collegati al cambiamento della professione legale all’interno delle aziende, per raccogliere spunti e consentire a Deloitte di adattare i servizi alle esigenze specifiche delle imprese. Tra gli obiettivi, la realizzazione di un “legal management white paper”, che definisca un’unica disciplina per i general counsel, che li supporti nella gestione delle attività di business del loro ufficio e consenta di creare valore all’interno dell’azienda. Oltre che l’importazione in Italia e in Europa di un servizio di consulenza multidisciplinare che Deloitte offre in Usa dal 2018.
Il mercato
Da un’indagine condotta da Deloitte nel 2016, su una oltre 250 giuristi d’impresa, amministratori delegati e direttori finanziari, è emerso che le sfide maggiori per le direzioni affari legali sono: la richiesta di rispondere alle crescenti esigenze del business sempre con meno mezzi (44%), la complessità derivante dalla compliance (26%), l’urgenza di tenere il passo del business (17%) e la necessità di imparare a utilizzare le tecnologie in modo appropriato (11%). Sfide che derivano, spiegano gli esperti di Deloitte, dal mutato contesto in cui i direttori affari legali lavorano oggi. Un ambiente che mette costantemente in discussione la professione tradizionale del giurista d’impresa e che richiede a chi fa questo mestiere di affiancare alle conoscenze giurisprudenziali una mescolanza di abilità “soft”, manageriali e tecnologiche. Competenze necessarie per comprendere e affrontare una serie di fattori che stanno trasformando il mercato dei servizi legali. Ovvero, la maggiore complessità dei business aziendali; la digitalizzazione; l’incremento esponenziale della regolamentazione; la tecnologia, i dati e, in prospettiva, l’intelligenza artificiale; la “liberalizzazione” dei servizi legali, con l’ingresso nel mercato di fornitori alternativi; e il cambiamento della forza lavoro. In questo nuovo contesto, per gestire con successo l’erogazione dei servizi legali in house serve una strategia, spiegano gli esperti. Una strategia per la direzione legale interna che sia allineata a quella aziendale e che punti alla creazione di valore e, successivamente, alla misurazione dello stesso. Per raggiungere l’efficienza richiesta dal management – continuano i professionisti – sono necessari un modello operativo, un’attenta pianificazione del lavoro, l’implementazione di tecnologie utili alle esigenze specifiche dell’ufficio legale e un’accurata gestione dei costi.
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