In house italiani alla conquista del mondo

Tu vuò fà l’americano cantava Renato Carosone nel 1956 pensando agli italiani che, in preda al sogno a stelle e strisce, desideravano condurre uno stile di vita dall’aria internazionale. Ai tempi non avrebbe potuto immaginare che una sessantina di anni dopo il mondo sarebbe stato totalmente diverso, completamente globalizzato. E che una carica di italiani avrebbe avuto la meglio, anche nella competizione professionale, con colleghi di altre nazionalità, facendosi strada tra loro.

In tutti gli ambiti lavorativi, i confini non sono più quelli nazionali, ma quelli dell’esperienza e dell’expertise acquisite. Non fa eccezione il mondo dei servizi legali in house, dove un numero sempre crescente di giuristi italiani – un po’ per gli studi seguiti un po’ per le esperienze pregresse – si sta distinguendo sul mercato fino a ricoprire incarichi internazionali.

Gli ultimi mesi

Secondo l’osservatorio di inhousecommunity.it – restringendo lo sguardo agli ultimi due mesi, aprile e maggio, e alle multinazionali non italiane – ben tre counsel sono state chiamate a un ruolo che supera le esigenze strettamente domestiche. Parliamo di Gabriella Porcelli, Marina Rubini e Sandra Mori.

 

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Gennaro Di Vittorio

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