Hays: gli italiani un popolo di lavoratori felici

Il 70% dei lavoratori italiani dichiara di svolgere un lavoro che lo rende felice e lo appaga professionalmente.

È quanto emerge dalla nuova edizione della Hays Salary Guide, l’indagine annuale sull’andamento del mercato del lavoro in Italia, condotta da Hays – attiva nel recruitment specializzato – coinvolgendo un campione di oltre 170 aziende e più di 860 professionisti.

Gli insoddisfatti, invece, lamentano aspettative disilluse e conseguente frustrazione (36%), assenza di opportunità di crescita professionale (23%) e, infine, mancanza di un buon clima aziendale (11%).

Dalla ricerca emerge inoltre che il 60% è soddisfatto dello stipendio che percepisce, ritenendolo adeguato al lavoro svolto.

Per quanto riguarda invece riguarda le priorità sul lavoro: i lavoratori italiani attribuiscono più valore alla crescita professionale (con il 77% delle preferenze), ritenuta fondamentale per mantenere la motivazione nel lungo periodo, rispetto allo stipendio (59% di preferenze), che sembra essere più legato a un obiettivo di breve periodo.

Anche le aziende partono dal presupposto che un buon clima organizzativo favorisce performance lavorative migliori, con conseguente aumento della produttività. La quasi totalità del campione intervistato (93%) punta a promuovere un ambiente lavorativo sereno e partecipativo. Per fare questo, più di 4 imprese su 10 affermano di avere potenziato nel corso del 2017 una serie di attività extra lavorative – quali team building, eventi, corsi, ecc. – atte a favorire la comunicazione e l’affiatamento tra i colleghi; oltre il 47% dichiara di volerle aumentare anche nel 2018.

Per lavorare in un clima gradevole e gratificante è praticamente indispensabile avere un buon rapporto con il boss in ufficio. Interrogati sulle principali caratteristiche che dovrebbe possedere il capoufficio “perfetto”, il 66% dei professionisti risponde che dovrebbe essere intellettualmente onesto, seguito dal 65% che dà maggior importanza alle doti di leadership e dal 64% interessato in primis alla capacità di ascolto.

Ma quando ci si scontra con la realtà, le cose spesso non sono come ci si aspettava. Ecco quindi che per il 47% dei professionisti il proprio responsabile ha scarsa capacità di giudizio nella valutazione del team di lavoro, oppure ama circondarsi di “yes-man” e non di persone realmente valide (45%) e, infine, tende a procrastinare le decisioni importanti (34%).

Gennaro Di Vittorio

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