Google vs Ue, l’arringa difensiva la fa il general counsel

Nessun atto di contrizione. Nessun pentimento. Google non ci sta e risponde colpo su colpo alle accuse di posizione dominante arrivate da Bruxelles. Con un post sul suo blog ufficiale, a firma di Kent Walker, senior Vice President & General Counsel Google, l’azienda rispedisce al mittente le accuse e ribatte.

La posta in gioco è salatissima. In ballo c’è una mega multa da 6 miliardi.

Google, però, ha deciso di prendere il toro per le corna e rispondere direttamente per voce del suo general counsel alle recriminazioni. 

«Google si è sempre impegnata per migliorare i propri servizi, creando nuovi modi per fornire risposte migliori e mostrare annunci più utili» è scritto nel post ufficiale, nel quale Google dichiara di aver preso «seriamente le questioni sollevate nella comunicazione degli addebiti della Commissione Europea, secondo cui le nostre innovazioni sarebbero anticoncorrenziali». Ma allo stesso tempo ritiene «che tali affermazioni non siano corrette». Secondo Google, le accuse della Commissione Europea sostengono che «mostrando gli annunci a pagamento dei commercianti, Google devii il traffico da altri servizi di shopping comparativo. Ma la comunicazione non supporta tale affermazione, non tiene in considerazione i significativi vantaggi per consumatori e inserzionisti e non indica una chiara base giuridica per collegare tali affermazioni alla soluzione proposta». «La nostra risposta – è scritto nel post a firma di Walker – fornisce prove e dati che dimostrano l’infondatezza delle questioni sollevate nella comunicazione. Abbiamo utilizzato analisi di traffico per replicare alle affermazioni secondo cui i nostri annunci e i nostri risultati organici specializzati avrebbero leso la concorrenza impedendo agli aggregatori di shopping di arrivare ai consumatori. Dati economici rilevati su un arco temporale di oltre un decennio, ampia documentazione e le dichiarazioni dei ricorrenti confermano che il settore della ricerca di prodotti online è altamente competitivo. Nella nostra risposta – ribadiscono da Google – dimostriamo che la comunicazione non è corretta perché non considera l’impatto di servizi di shopping online come Amazon ed eBay, che si sono ritagliati una fetta di traffico molto più grossa rispetto agli annunci di Google Shopping».

Google, insomma, si rifiuta di abbozzare e cercare una soluzione di compromessi. Big G definisce le conclusioni preliminari dell’Ue «errate dal punto di vista dei fatti, legale ed economico». Del resto, Walker aveva chiarito a tutti i googlers il suo punto di vista già ad aprime scorso, ovvero quando la Commissione europea aveva presentato ufficialmente le sue accuse contro Google per violazione della concorrenza e abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca su internet.
In un memo interno all’azienda, il general counsel aveva definito «molto deludente» la notizia giunta da Bruxelles «soprattutto per il team di ricerca che negli ultimi 16 anni ha lavorato così duramente al servizio degli utenti», e allo stesso tempo aveva tranquillizzato i dipendenti di Big G affermando che si trattava solo dell’inizio di una causa e non di una decisione finale. 

Gennaro Di Vittorio

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