Giuristi d’impresa: troppi cappelli per una sola testa
Il giurista d’impresa di oggi è un tuttofare. Ce lo siamo detti più volte, è vero, ma il convegno di Paradigma che si è tenuto venerdì scorso (leggi qui la news dedicata) mi ha offerto uno spunto interessante che mi fa piacere condividere con voi.
La giornata di lavori mi ha lasciato un interrogativo: siamo sicuri che questa poliedricità del legale d’azienda sia cosa buona e giusta e che non crei invece conflitti di interesse?
Sì perché a un certo punto i ruoli che in azienda richiedevano una competenza legale si sono moltiplicati e sempre più amministratori delegati e presidenti hanno chiesto ai giuristi d’impresa di coprirli. Di quali ruoli parliamo? Degli affari societari, del consiglio di amministrazione (sia come segretari che come consiglieri), dell’organismo di vigilanza, della compliance, della protezione dei dati…
Poi certo, nelle realtà più strutturate queste funzioni fanno capo a persone (e, a volte, a squadre diverse) ma nella maggior parte dei casi (e attenzione anche in alcune multinazionali) questi ruoli sono in mano alla stessa persona, o a professionisti diversi più o meno in relazione tra loro.
Il punto è questo: può il giurista d’impresa, il cui ruolo principe è quello di stratega vicino al business, conciliare questa posizione con quelle più di controllo che abbiamo elencato?
Non saranno un po’ troppi tutti questi cappelli sulla stessa testa?
Voi cosa ne pensate?