GenZ e millennials, sale la preoccupazione per ambiente e lavoro. I dati di Deloitte
Per Generazione Z e millennials la tutela dell’ambiente si conferma come la prima preoccupazione. Ma in questi ultimi, ormai entrati in età lavorativa, comincia a emergere la paura per la disoccupazione.
Anche quest’anno, infatti, la Millennial Survey di Deloitte ha raccolto interessanti dati sul sentiment di 23mila intervistati tra millennial (nati a il 1983 e il 1994) e, per la prima volta, Gen Z (nati tra il 1995 e il 2003) in Italia e nel mondo.
Quello ambientale è sicuramente il tema che emerge con più forza. E’ infatti la preoccupazione numero uno per entrambe le categorie: il 31% dei GenZ in Italia, e il 40% a livello globale, crede che le persone si impegneranno sempre di più sulle questioni ambientali post-pandemia. Ma c’è poca fiducia sul corrispondente impegno da parte delle imprese: il 60% degli intervistati totali teme che l’impegno ambientale sarà messo da parte per far fronte alle sfide economiche del post-Covid.
Ma i millennial, ormai cresciuti (parliamo di una fascia che comprende dai 26enni ai 38enni) e alle prese con il mondo del lavoro, vedono crescere la preoccupazione per il loro futuro professionale, in particolare in Italia. Il 39% dei millennial italiani (e il 35% della genZ) teme la disoccupazione, a fronte di una media globale del 27%. Un intervistato su due, in entrambe le categorie, è pessimista sull’andamento economico del 2021, e il dato è addirittura peggiore se si guarda alla situazione socio-politica, con prospettive negative che arrivano dal 62% dei millennial e dal 60% della generazione Z. In tema di business, sono ai minimi storici sia la job loyalty che la fiducia nelle imprese: meno della metà dei giovani intervistati crede che l’impatto sociale delle imprese sia positivo.
Queste view pessimistiche sono solo in parte compensate da un attivismo personale o di comunità su queste tematiche: ad esempio, gli italiani sono addirittura più scettici della media globale dei giovani che credono che l’impegno per ambiente e clima aumenterà dopo la pandemia. Ci crede solo il 23% dei millennial e il 31% della generazione Z, a fronte di un dato globale, rispettivamente, del 37% e del 40%. Circa la metà di entrambe le categorie crede che le vecchie generazioni stiano ostacolando i cambiamenti necessari, ma la maggioranza si dichiara comunque più impegnata dei coetanei di altri Paesi nel tentativo di educare e cambiare le opinioni di chi li circonda.