General counsel, cosa fare per cambiare lavoro

di ilaria iaquinta

 

L’articolo che apre MAG 152 passa in rassegna i cambi di poltrona e le nomine del 2020 che hanno interessato il mondo in house, basandosi su dati pubblicati su inhousecommunity.it. Il mercato delle direzioni affari legali interne ha perso un po’ di dinamismo, registrando un calo del 30% rispetto al 2018, ma mostra al contempo la crescita delle opportunità per i general counsel (GC). Chi sta al vertice delle direzioni affari legali continua a cambiare lavoro o a crescere internamente, a dimostrazione che la professione del GC, come più volte abbiamo scritto su inhousecommunity.it e nelle pagine di MAG, assume una centralità sempre maggiore nelle aziende.

Qual è il segreto del successo di questi professionisti? Non c’è una risposta univoca, ogni caso è a sé. Ma qualche riflessione generale si può fare osservando anche cosa succede nel mercato internazionale. Gli spunti arrivano dal 2020 General Counsel Succession Report, realizzato dal recruiter legale BarkerGilmore.

Intanto il report offre una risposta alla domanda “come si fa a cambiare azienda?”. Oltre un quarto dei GC il 27% dice di essere stato contattato da un head hunter, il 25% da un amico o un collega, il 21% è stato reclutato direttamente dall’organizzazione, il 15% ha risposto a un annuncio di lavoro e il restante 12% ha affermato che è tutto merito del proprio “networking proattivo”.

In secondo luogo, lo studio evidenzia che la curiosità e l’apertura premiano sia che si voglia passare a un’altra azienda sia che si voglia crescere all’interno della stessa di sempre. I GC neoassunti hanno confermato infatti di aver già in precedenza ampliato: la portata delle proprie responsabilità (51% e 63% per i neonominati), la propria esposizione al management team e al cda (44% e 53% per i neonominati), la formazione alla leadership (35% e 39% per i neonominati), gli incarichi (29% e 37% per i neonominati).

Infine, stando ai numeri raccolti dal recruiter, una chicca per il successo è il coaching professionale, soprattutto nelle promozioni interne. Più della metà dei giuristi (56%) che sono stati promossi al ruolo di GC ha seguito un percorso di “formazione” con un executive coach (il 94% di questi lo ha considerato anche prezioso). Pensate che più ci si affida al coaching più salgono le probabilità di essere promossi (50%) rispetto a quelle di chi non ha intrapreso un percorso simile (26%). Il coaching è stato utile anche per i GC che hanno cambiato azienda (tra questi il 22% ha lavorato con un coach).

Volendo tirare le fila paga investire in sé stessi, formandosi come manager, e nelle relazioni, aprendosi al mondo esterno – inteso come a tutti gli attori che compongono il mercato legale, ai vertici e ai colleghi dell’azienda, ma anche alle materie contigue al legal. A buon intenditor…

 

Gennaro Di Vittorio

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