Fatturati, i primi 50 studi d’affari in Italia muovono oltre 2 miliardi
Una conferma ma anche un record. BonelliErede, nel 2016, è nuovamente lo studio legale d’affari più ricco d’Italia. L’organizzazione guidata da Stefano Simontacchi e Marcello Giustiniani archivia l’esercizio con un fatturato di oltre 148 milioni: +10%. Si tratta del risultato più alto mai registrato dall’associazione fondata nel 1999 da Sergio Erede, Franco Bonelli e Aurelio Pappalardo. Il dato emerge dalle stime sul giro d’affari dei primi 50 studi legali attivi in Italia, curate dal centro ricerche di legalcommunity.it. Un risultato rilevante che arriva a valle di un anno che non solo è stato soddisfacente sul fronte m&a (lo studio ha messo a segno 34 deal per un valore complessivo di oltre 7,4 miliardi) ma ha visto l’accelerazione della law firm italiana in settori strategici come il life sciences, oltre alla conferma del primato raggiunto nel tax.
BonelliErede, inoltre, sembra avere tratto già i primi benefici dalla propria strategia di crescita all’estero: da un lato con l’avvio del progetto Africa, dall’altro con il rafforzamento della sede di Londra, dove a inizio del 2016 è arrivato l’ex numero uno di Allen & Overy in Italia, Massimiliano Danusso. ?Una strategia a cui presto si aggiungeranno nuovi tasselli. Dall’apertura di un ufficio negli Emirati Arabi Uniti (la sede prescelta dovrebbe essere Dubai) allo sviluppo di hub settoriali. L’Olanda, per esempio, potrebbe presto diventare il fulcro per l’operatività dello studio in alcune specifiche aree della fiscalità internazionale. Ma i bene informati non escludono che nel corso del 2017 l’organizzazione sveli nuovi progetti anche sul “fronte interno”, presentando al mercato nuove linee di business. ? Più in generale, il quadro che emerge dalla quinta edizione del report the Best 50 curato dal centro ricerche di legalcommunity.it è quello di un mercato in crescita, che è stato capace di capitalizzare i primi segni di ripresa economica. Presi tutti insieme, i primi 50 studi legali d’affari di quest’anno sono riusciti a produrre ricavi per 2,175 miliardi di euro, realizzando (a parità di perimetro) un incremento del fatturato complessivo del 12,3%. Il dato conferma il cambio di passo che era emerso già nel corso del 2015 (si veda il numero 59 di MAG) e che lascia sperare nell’archiviazione della fase più buia della tempesta seguita al crollo di Lehman e alla crisi dei mutui subprime.
Tornando all’analisi della classifica, Legance, tra le altre grandi insegne nazionali è quella che ha registrato la crescita più rilevante facendo segnare un +10,14%, superando abbondantemente la soglia dei 70 milioni di fatturato (76 per l’esattezza) e raddoppiando di fatto il proprio giro d’affari rispetto al suo esordio nel 2008. Tra i big deal in cui lo studio è stato coinvolto, possiamo ricordare sia la cessione di Rhiag-Inter Auto Parts Italia a Lkq Corporation per conto di Apax, a cui ha lavorato un team guidato da Filippo Troisi che, sempre per Apax ha seguito la cessione di Sisal a Cvc.
Sul podio, invece, Chiomenti e Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners si confermano rispettivamente al secondo e terzo posto. Qui c’è da mettere in evidenza come la distanza tra i ricavi stimati per i due studi si sia estremamente assottigliata. Con una crescita di poco superiore al 5%, lo studio fondato da Francesco Gianni, infatti, ha totalizzato un fatturato di 124 milioni piazzandosi ad appena 2,5 milioni di distanza da Chiomenti. Gianni Origoni Grippo Cappelli, tra l’altro, nel 2016 è stato lo studio che ha dominato il mercato m&a con 57 operazioni per un valore complessivo pari a oltre 14,8 miliardi di euro. Lo studio ha seguito, tra le altre cose, il passaggio del 35% di Poste Italiane a Cdp e la cessione di Pioneer da Unicredit ai francesi di Amundi alla quale ha lavorato un team guidato dal socio Roberto Cappelli.
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Il 2016 ha confermato anche lo stato di grazia delle cosiddette superboutique, vale a dire di quelle associazioni professionali che contano circa un centinaio di professionisti e godono di un posizionamento di alto livello. Tra queste, Gatti Pavesi Bianchi è quella che ha realizzato il fatturato più elevato e la crescita più sostenuta: 38,5 milioni di euro, in aumento del 20,31% rispetto all’esercizio precedente. Lo studio guidato da Francesco Gatti, notoriamente focalizzato su operazioni straordinarie e attività transactional, ha portato a casa cinque tra i deal più ricchi dell’anno per un valore totale di 6,8 miliardi di euro. Nella lista, la cessione (per 400 milioni) di Abm Italia da parte di Clessidra in favore di Keter Plastics, il passaggio del 6,44% di Moncler a Temasek (deal da 258 milioni), ma soprattutto le grandi operazioni in ambito bancario. In particolare, il socio Carlo Pavesi ha affiancato il fondo Atlante nelle due operazioni con cui ha acquisito il 97,6% di Veneto Banca e il 99,3% di Popolare di Vicenza per rispettivi 989 e 1.500 milioni di euro. Ma soprattutto, l’avvocato è stato l’advisor che ha affiancato Banco Popolare nella fusione dell’anno con la Bpm: operazione da oltre 3,7 miliardi di euro.
Positiva anche la performance di Pedersoli, che ha chiuso il 2016 con ricavi in crescita del 13,36% e pari a 34,8 milioni di euro. Mentre Lombardi Molinari Segni ha chiuso il consuntivo dell’ultimo anno di partnership tra Giuseppe Lombardi e Ugo Molinari, totalizzando un giro d’affari di 31,5 milioni con un incremento del 10,53%. Come noto, infatti, i due avvocati hanno deciso di comune accordo di proseguire i rispettivi percorsi professionali seguendo strade separate e dal 2017 stanno operando con due insegne diverse: Lombardi Segni e Associati, il primo e Molinari e Associati il secondo.?
Grimaldi prosegue…