EY: i dipartimenti legali interni si affidano sempre meno agli studi

Il 72% dei dipartimenti legali interni non si rivolge a studi legali al momento di esternalizzare. Questo è uno dei dati principale che emerge da una survey di EY che ha analizzato 1.058 dipartimenti legali in 25 paesi, cercando anche di capire perché alcuni utilizzano attivamente i servizi legali alternativi mentre altri rimangono scettici.

Emerge che la mancanza di precedenti esperienze nell’utilizzo di fornitori di servizi legali alternativi (ALSP) per compiti diversi impedisce alla maggior parte degli uffici legali di adottarli pienamente. Allo stesso tempo, quando si tratta di gestione dei contratti o di consulenza in materia di diritto del lavoro, la maggioranza esternalizza a fornitori esterni che non sono studi legali.

Gli intervistati sono stati classificati in tre categorie: il 37% sono pionieri (ovvero hanno esternalizzato servizi legali a fornitori di servizi legali alternativi e stanno cercando di espandere il loro uso degli ALSP), il 35% fa parte degli esploratori (che sono a conoscenza di nuovi modelli di servizi legali e li usano per compiti “discreti”), mentre il 28% rientra negli osservatori (coloro che non stanno prendendo in considerazione questi servizi pur consapevoli dei vantaggi).

Secondo il sondaggio, le dimensioni dell’organizzazione contano, mostrando pionieri ed esploratori provenienti da aziende più grandi, mentre gli osservatori sono in quelle più piccole. Inoltre, mentre molti osservatori (41%) non avevano obiettivi di riduzione dei costi per i servizi legali, il 55% dei li pionieri aveva.

Inoltre, l’indagine EY mostra che i dipartimenti legali subiscono forti pressioni per tagliare i costi (una situazione che può aggravarsi nello scenario post-Covid). Di conseguenza, i principali dipartimenti legali hanno adottato l’outsourcing come strategia per ridurre i costi, migliorare l’efficienza e concentrare il proprio dipartimento sui compiti più importanti.

Gennaro Di Vittorio

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