European Employer Survey 2019 di Littler: ecco i risultati
E’ stato pubblicato l’European Employer Survey Report di Littler. Anche quest’anno lo studio legale ha interrogato oltre 600 direttori del personale e professionisti hr sui temi caldi del mondo employment.
Interessanti i risultati. Sul fronte Brexit, pur permanendo l’incertezza, il 48% degli intervistati (con il picco del 67% nelle aziende Uk) si dichiara in parte o molto preparato agli impatti occupazionali che potrebbero verificarsi al termine della procedura, mentre solo il 12% si ritiene impreparato.
Parte importante del report è costituita dalle indagini sulla workplace equality, in lento ma costante miglioramento: circa il 10% in più degli intervistati, rispetto allo scorso anno, ritiene che le possibilità di avanzamento e formazione delle dipendenti donne (dal 21% al 33%), le politiche salariali e retributive (dal 25% al 32%) e la relativa trasparenza (dal 21% al 30%) siano migliorate rispetto all’anno precedente. Percentuali simili si registrano nella percezione dell lotta alle molestie sessuali nei luoghi di lavoro, in particolare per una maggiore proattività nel valutare i reclami e i comportamenti scorretti (il 31% degli intervistati, contro il 23% dell’anno precedente, ritiene adeguato il comportamento della propria azienda).
Controversi i dati sull’attenzione delle aziende per la salute mentale dei propri dipendenti: se quasi 9 intervistati su 10 (87%) affermano che le loro organizzazioni stanno intraprendendo varie azioni migliorative in tal senso, gli stessi intervistati testimoniano che solo il 41% di queste realtà fornisce un adeguato periodo di ferie e assenze per malattia, solo il 38% pone dei limiti al superlavoro e solo il 35% incoraggia la comunicazione tra dipendenti e management in merito alle questioni di salute mentale. Inoltre, sul piano della reintegrazione del dipendente nel posto di lavoro dopo una lunga assenza dovuta ad una malattia mentale, mentre il 28% dei professionisti afferma che il processo ha avuto successo, ben il 38% ammette di non sapere se i processi messi a disposizione dalla propria organizzazione siano efficaci.