Due aziende su tre sono ancora indietro su ambiente e digitale
Seppur si parli ormai quotidianamente di digitalizzazione e sostenibilità, non significa che ci sia ancora consapevolezza da parte delle pmi. O meglio: il cammino verso questa direzione è ancora lungo. Solo il 6%, infatti, può dichiararsi eco e connesso avendo effettuato investimenti sostenibili e digitali o, quanto meno, è in vista del traguardo di una transizione verso un modello produttivo più rispettoso dell’ambiente. Al contempo due aziende su tre sono in stallo, cioè non hanno investito né in sostenibilità ambientale né in digitalizzazione e non dimostrano di avere intenzione di farlo. Lo dicono i dati di un’indagine condotta da Unioncamere e dal Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne anticipati da Il Sole 24 Ore.
Secondo lo studio c’è comunque una buona percentuale del campione (26%) che si trova a metà strada, ovvero che ha quantomeno investito in uno dei due ambiti presi in esame. Invece, è minore la fetta di aziende che pur non avendo agito in merito ha dichiarato di volerlo fare nel futuro prossimo (6%). A livello geografico il sud è molto indietro: il 66% delle imprese ha chiuso le porte al rinnovamento, percentuale che al Centro-Nord scende al 61%. Nel mezzogiorno le pmi che hanno attuato la transizione al verde e al digitale sono il 4% (il 7% al Centro-Nord). Infine, la ricerca sottolinea che la transizione ecologica e digitale è leva fondamentale per la ripresa economica. Infatti, tornerà a livelli produttivi pre-Covid entro il 2022 il 61% delle imprese che hanno investito sia in eco-innovazione sia in digitalizzazione, contro il 55% delle altre aziende.