Diversità e inclusione. Le regole per la certificazione della parità di genere

Come si è evoluta la normativa per favorire l’inclusione di donne, giovani e disabili sui luoghi di lavoro? Qual è l’impatto che l’esclusione lavorativa genera sul terreno della salute e della sicurezza, a partire dai rischi bio-psico-sociali? E come possono le politiche di welfare aziendale favorire l’inclusione?

A queste domande si impegna a rispondere il nuovo volume “Diversità e inclusione. Le regole per la certificazione della parità di genere” di Ciro Cafiero edito da Giuffrè Francis Lefebvre. Il volume è stato presentato presso la Camera dei Deputati alla presenza dell’On. Elena Bonetti (Deputata della Repubblica, già Ministra per le Pari opportunità), del Dott. Antonio Delfino (Direttore Comunicazione e Relazioni istituzionali di Giuffrè Francis Lefebvre), della Dott.ssa Amelia Parente (Government affairs and transformation director di Roche), del Dott. Mario Paccialuti (General manager di Unione Italiana Food), dell’avv. Paola Pezzali (Rappresentante femminile dell’Organismo congressuale forense) e della Dott.ssa Antonella Sciara (Business unit leader tax, labour & corporate di Giuffrè Francis Lefebvre). A moderare la Dott.ssa Paola Ansuini, Direttore comunicazione, tutela ed educazione finanziaria di Banca d’Italia.

L’evento è stata l’occasione per far luce sulla certificazione per la parità di genere introdotta dalla legge n. 162 del 2021, sulle Linee Guida Uni/PdR 125:2022, e sugli importanti benefici che derivano per le organizzazioni che la conseguono: decontribuzione, premialità negli appalti pubblici, riduzione della relativa garanzia fideiussoria ma anche crescita reputazionale. Sono stati analizzati i parametri (Key Performance Indicators) richiesti per ottenere la certificazione di parità di genere e i criteri da utilizzare per la misurazione, rendicontazione e valutazione dei dati relativi alla parità di genere.

Si è inoltre discusso di come alcuni strumenti di welfare aziendale, come lo smart working ma anche le politiche di assunzione e di gestione di maternità e paternità, sono fondamentali per favorire un miglior equilibrio tra vita privata e professionale e, di conseguenza, una maggior inclusività nel mondo del lavoro.

“Il libro di Ciro Cafiero coglie un punto focale dell’esperienza del governo Draghi e sulla necessità di investire, coerentemente alle priorità trasversali del PNRR, per la rimozione delle disparità di genere, generazionali e territoriali, anche attraverso un nuovo modello lavorativo e di welfare” dice l’On. Elena Bonetti. “Le riforme del Family Act e la certificazione per la parità di genere vanno in questa direzione, anche per promuovere un nuovo modello economico, sociale e di welfare, che sempre di più deve rivolgersi alla persona nella sua interezza e strutturarsi come strumento capace di accompagnare ogni lavoratrice e ogni lavoratore nel suo contesto relazionale e nel divenire della sua vita, fatto di fasi e di opportunità che mutano. Il contributo che Cafiero ha dato, come esperto da me nominato in quel Governo, si compie in questo testo tracciando non solo le coordinate essenziali del percorso che abbiamo svolto ed esplodendone i significati e le opportunità, ma si inserisce in una trasformazione culturale della politica del nostro Paese, con l’obiettivo chiaro e responsabilmente necessario di rianimare la scelta di democrazia in una prospettiva di desiderio, fiducia e di investimento sul futuro.”

“Un editore come GFL deve mettere a disposizione delle aziende strumenti di monitoraggio normativo per governare l’applicazione delle norme sui processi per mitigare i rischi e accompagnarle verso la certificazione. Questo vale per la parità di genere ma può essere esteso a tutti i temi ESG” aggiunge Antonella Sciara.

“Le politiche di inclusione attendono di vivere un nuovo corso. I suoi punti di forza sono due” prosegue l’autore del volume, Ciro Cafiero. “Primo: la legge, contro un protagonismo solitario, ma deve cedere più margini alle comunità aziendali e territoriali: esse sono le uniche in grado di decifrare i bisogni dei lavoratori e delle persone. È il modello della certificazione per la parità di genere. Secondo: maggiore tutela delle diversità su impulso della legge che deve porsi l’obiettivo di essere, in senso costituzionalmente orientato, meno omologatrice, generale, astratta. Si tratta di una strada difficile ma percorribile. È così che le diversità potranno scomparire dagli occhi degli uomini”.

michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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