Disagio a lavoro: 1 su 3 ne parlerebbe con un amico in ufficio

I lavoratori sono restii a parlare dei propri disagi: solo un italiano su tre (32,6%)  si dichiara disposto a parlarne con un amico sul posto di lavoro, e la percentuale scende costantemente se si prendono in considerazione come interlocutori gli altri colleghi (31%), il proprio capo (15%) o la direzione del personale (12,1%). Il 25% degli italiani non ne parlerebbe con nessuno.

Sono alcune delle evidenze che emergono dalla survey Workforce View 2019 di Adp Italia sul tema dei problemi di salute mentale negli ambienti di lavoro.

I dati per fascia d’età mostrano che sono i giovani ad avere la maggior propensione a parlare di eventuali disturbi. Solo il 10,8% dei lavoratori tra i 16 e i 24 anni ha dichiarato che non ne parlerebbe con nessuno, con oltre il 40% degli intervistati che si rivolgerebbe ad amici o colleghi e quasi il 25% anche al proprio capo o alla direzione del personale. Ancora discrete le percentuali nella fascia 25-34 anni, ma all’aumentare dell’anzianità diminuisce la propensione a cercare aiuto in qualcuno per il proprio problema: ben il 36,4% dei lavoratori over 55 dichiara che non ne parlerebbe con nessuno.

Il campione intervistato si è espresso anche sull’interesse della propria azienda rispetto ai problemi di salute mentale: il 32,5% del campione dichiara che la propria azienda non è del tutto interessata alla salute mentale dei lavoratori. Quanti dicono che l’azienda è interessata ma solo superficialmente sono il 36,9%, l’azienda è abbastanza interessata per il 22,4%. Sostiene invece che l’azienda è molto interessata solo l’8,2% degli intervistati.

Gennaro Di Vittorio

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