DHL sceglie il legal design

Ridisegnare i contratti, nel vero senso del termine. È il grande progetto che sta portando avanti la direzione affari legali italiana di DHL, guidata da Mariella Barletta (in foto). La squadra sta lavorando per applicare il legal design (la disciplina che lavora sui contenuti legali rendendoli più chiari e comprensibili) a una serie di contratti appositamente selezionati. L’obiettivo cardine è quello di abbandonare strutture complesse, favorendo l’intuitività di concetti complicati. Un esercizio che DHL ha deciso di fare non solo per migliorare i training destinati ai “non legali” interni, ma anche per aumentare la fruibilità dei contratti che ogni singolo utente firma con l’azienda.  

MAG ha incontrato Barletta per farsi raccontare questo specifico progetto e le altre innovazioni che l’ufficio legale sta facendo proprie per automatizzare i servizi giuridici e sfruttare la tecnologia per liberare tempo da dedicare alle attività ad alto valore aggiunto.  

La direzione affari legali di cui è alla guida sta conducendo un progetto di legal design… 

L’intero team italiano ha avviato un progetto per l’implementazione della disciplina del legal design, con la finalità di avere un approccio più “umano centrico” e smart nella gestione delle attività quotidiane (contrattualistica, pareristica, policy/guidelines, supporto nelle attività di compliance/governance, implementazione di progetti). 

Cosa intende? 

In genere i legali scrivono per altri legali e questo, nella maggior parte dei casi, rende i documenti prodotti difficilmente comprensibili o utilizzabili da chi non ha competenze giuridiche. Siamo fortemente convinti che avvicinarsi, con gli adeguati strumenti di comunicazione e con i documenti, al linguaggio dei “non addetti ai lavori”, possa fortemente migliorare la relazione con i Business Partner, accrescendo la consapevolezza degli utilizzatori finali e migliorando la trasparenza, l’efficienza e la comprensione dei documenti stessi.  

Come state sviluppando il progetto? 

Siamo partiti proprio da questa necessità (ormai pacifica anche dalla lettura delle più recenti norme) e abbiamo deciso di sfidare noi stessi, impegnandoci in un percorso di semplificazione e avvicinamento all’utilizzatore finale, cercando di sviluppare le competenze e il mindset necessario per aprire le porte del “legalese” ai non giuristi.  

Chi vi sta affiancando in questo percorso? 

Siamo supportati da professionisti esterni di uno studio legale (LCA) e una softwarehouse (Mondora). È banale, ma vale la pena sottolinearlo: “legal design” non è mettere un designino su un contratto o una flowchart su una procedura, ma è una vera e propria disciplina da esercitare e una attitudine da sviluppare: impegnarsi affinché il testo prodotto sia chiaro, semplice e comprensibile da chiunque. 

[…] di Ilaria Iaquinta

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