Daria Ghidoni: «Il mio passaggio dall’azienda al libero foro»

Parla la giurista che è appena passata da Recordati a BonelliErede. «Non c’è mai stato un giorno in cui mi sia annoiata. Ho sempre imparato qualcosa di nuovo». «La conoscenza del business acquisita finora come legale in house mi permetterà di comprendere più velocemente le esigenze dei clienti»

di michela cannovale

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Dopo aver trascorso vent’anni ai vertici della direzione legale del colosso del settore farmaceutico Recordati, dove fino al 2023 ha ricoperto il ruolo di group general counsel, è stata membro dell’Executive Leadership team, segretaria del consiglio di amministrazione, del comitato Controllo Rischi e Sostenibilità e del comitato Remunerazione e Nomine, Daria Ghidoni ha deciso di lasciare la professione legale in house e di spostarsi nel libero foro. Da inizio marzo è la nuova of counsel del focus team Healthcare & Life Sciences di BonelliErede, nella sede di Milano. Non è la sua prima volta come libera professionista: «Dopo la Laurea in Cattolica, ormai circa trent’anni fa – ha raccontato a MAG, che l’ha incontrata per parlare del passaggio da azienda a studio – ho iniziato a lavorare in Ernst & Yong International sotto la guida del managing partner Alessandro De Nicola, che ho reincontrato in BonelliErede. Ho avuto la fortuna di cominciare la mia attività professionale in un ambiente internazionale, lavorando sin da subito per grandi società italiane ed estere su tematiche di diritto societario, acquisizioni e contrattualistica commerciale». Il primo ruolo come giurista d’impresa risale al 2000: «Mi incuriosiva molto la prospettiva di affrontare questioni legali confrontandomi in modo più diretto con le funzioni aziendali e sono entrata come senior legal managerin Giochi Preziosi». Poi, nel 2002, la svolta: Daria Ghidoni è stata contattata da un head hunter per la posizione di responsabile affari legali e societari e company secretary in Recordati, l’unica grande azienda farmaceutica quotata in Italia.

Come ha reagito?

Ho accettato con entusiasmo la sfida! Il dipartimento legale all’epoca era composto da un solo legale, una paralegal e un’assistente. All’inizio mi sono concentrata soprattutto sulle tematiche di governance: il Codice di Autodisciplina delle società quotate era stato redatto da poco. In parallelo, ho cominciato a familiarizzare con le peculiarità del settore farmaceutico. Negli anni ho seguito molte operazioni (principalmente acquisizioni di società e di asset, licenze) finalizzate all’ingresso del gruppo in mercati europei ed extraeuropei, tra cui gli Stati Uniti, nonché in nuove aree terapeutiche e nel settore delle malattie rare.

Come ha approcciato, invece, il versante societario?

Anche sul versante societario non sono mancate le sfide: la normativa per le società quotate si è fatta negli anni sempre più stringente e quindi è stato necessario un grande lavoro interno di adeguamento. Nel 2018 ho vissuto il cambio di controllo a seguito dell’acquisizione della partecipazione di maggioranza da parte di CVC Capital Partners e la successiva OPA lanciata dall’acquirente. Come noto, l’OPA non è andata a buon fine e la società è rimasta quotata, ma questo mi ha permesso di confrontarmi con la forte internazionalizzazione della composizione del consiglio di amministrazione e dei suoi comitati.

E nel frattempo è cresciuta a livello manageriale…

Il che ha significato che mi sono dovuta confrontare con tutte le problematiche organizzative derivanti dall’espansione del gruppo e del dipartimento e quelle legate all’integrazione delle società e attività acquisite. Insomma, una lunga “cavalcata”: posso dire che non c’è mai stato un giorno in Recordati in cui mi sia annoiata, ogni giorno ho imparato qualcosa di nuovo.

Qualche aspetto negativo?

Negativo no, ma non nascondo che non sia sempre stato tutto rose e fiori. Nei primi anni Recordati era una società a controllo familiare con strutture aziendali molto snelle, quindi a tutte le prime linee era richiesto un impegno quasi totalizzante e un approccio molto hands-on. Non è stato sempre facile conciliare i ritmi lavorativi imposti dal ruolo – soprattutto nei momenti, frequenti, in cui alle attività ordinarie si sommavano le operazioni straordinarie – con gli impegni privati, per quanto abbia sempre condiviso i carichi famigliari con mio marito. All’inizio, nella direzione legale di Recordati, eravamo in pochi, poi piano piano il team è cresciuto sia in Italia che all’estero. Quando ho lasciato il gruppo, la squadra contava 36 persone a livello globale.

Questo l’ha spinta a rientrare nel libero foro?

Non solo. L’esperienza nel gruppo Recordati dal punto di vista professionale è stata completa ed entusiasmante. Ma già da tempo avvertivo una forte esigenza di cambiamento: con la crescita delle dimensioni e della complessità del gruppo, il ruolo di general counsel inevitabilmente mi richiedeva di concentrarmi sempre di più su questioni manageriali, a volte a discapito delle tematiche giuridiche, che io ho sempre amato. Questo aspetto si è aggiunto ai ritmi di lavoro non sempre compatibili con alcune esigenze familiari. Così, quando nei primi mesi del 2023 l’amministratore delegato ha deciso di procedere a una riorganizzazione in base a cui avrei dovuto ampliare ulteriormente la mia area di responsabilità, non ho avuto dubbi che fosse il momento giusto per aprire una nuova fase della mia vita.

E quindi lo studio…

Esatto. Ovviamente mi è dispiaciuto lasciare il mio team e il gruppo che ho visto crescere e con cui sono cresciuta. Ma mi è sembrato naturale e stimolante ritornare in studio, per seguire le mie inclinazioni e avere maggiore flessibilità.

C’è qualcosa che rimpiangerà della professione in house?

Non direi esattamente che la rimpiangerò, ma sicuramente riconosco che la carriera in house permette di capire molto bene come funzionano e come ragionano le imprese che generano domanda di servizi legali, mentre in studio può essere meno immediato. La conoscenza del business acquisita finora come legale in house mi permetterà di comprendere più velocemente le esigenze dei clienti, essendo stata per oltre vent’anni dall’altra parte del tavolo. Ma il settore healthcare evolve in modo veloce ed è fondamentale seguire questa evoluzione.

Cosa non rimpiangerà, invece?

Le attività dei legali in house, per quanto apprezzate dal top management, non generano ricavi per l’impresa, sebbene negli ultimi anni sia molto cresciuta la percezione del valore aggiunto che il general counsel può offrire in qualità di business partner. E questo, a volte, rende un po’ complesso il dialogo intra-aziendale per far crescere adeguatamente i team legali, oltre che per dotare i dipartimenti degli strumenti organizzativi più adeguati.

Perché ha scelto proprio BonelliErede?

La verità è che, tra i vari studi con cui ho avuto interlocuzioni in vista di una possibile collaborazione, ho capito subito che BonelliErede sarebbe stata la realtà giusta. Sono entrata nel focus team Healthcare & Life Sciences guidato da Andrea Carta Mantiglia, che stimo e con cui ho lavorato molto bene in passato su alcuni rilevanti progetti nel settore, e ciò mi consente di continuare a occuparmi di tematiche healthcare, […]

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michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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