Dalle aziende dieci proposte per chiudere il divario di genere nel G20
di ilaria iaquinta
Le grandi aziende fanno sistema nella lotta alle disuguaglianze di genere. Un gruppo di 30 presidenti e amministratori delegati di imprese che rappresentano oltre 100 miliardi di fatturato ha firmato il patto “Zero gender gap”, in occasione del Forum delle donne del G20, tenutosi a Milano il 17-19 ottobre scorso.
Tra i firmatari ci sono: Marco Alverà (Snam), Paola Angeletti (Intesa Sanpaolo), Bernadette Bevacqua (Henkel Italia), Davide Bollati (Davines), Silvia Candiani (Microsoft Italia), Antonella Centra (Gucci), Jean Pierre Clamadieu (Engie), Michele Crisostomo (Enel), Carlo d’Asaro Biondo (Noovle), Silvia De Dominicis (Johnson &Jonhnson), Anne Gabrielle Heilbronner (member of the Directoire and Secretary General Publicis Group), Massimo Giordano (McKinsey), Elena Goitini (BNP Paribas), Emma Marcegaglia, Olivier Micheli (Data 4), Lubna Olayan (Olayan Financing Company), Andrea Orcel (Unicredit), Luigi Paro (Spencer Stuart), Antimo Peretta (AXA Europa e America Latina), Denis Terrien (Salesforce Europa), Blanca Trevino (Softek) e Yessie Yosetya (XL Axiata Tbk Indonesia).
In particolare, le aziende hanno richiesto alle delegazioni del G20 di portare nell’agenda dei leader dell’organizzazione internazionale dieci misure concrete, che favoriscono l’annullamento del divario di genere, integrando concretamente le donne in politica, nelle strategie e negli investimenti. Un obiettivo questo, richiesto a gran voce anche dall’opinione pubblica. Stando ai dati raccolti da Ipsos per il Barometro 2021 sull’equità di genere nei Paesi del G20, l’84% della popolazione considera una priorità assoluta chiudere il gender gap e organizzare un piano di ripresa economica inclusivo.
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