Covid-19 e lavoro, l’impatto della pandemia sui lavoratori italiani

Per il 20% dei lavoratori italiani la sfida più difficile è stata la gestione dello stress (con la salute in cima alle preoccupazioni). Flessibilità, metodo di lavoro e competenze sono invece i cambiamenti che i dipendenti vedono al positivo. Per il 27% la pandemia ha contribuito a rafforzare le proprie competenze.

“Come vedi il tuo lavoro nei prossimi 5 anni, ti senti ottimista o pessimista in proposito?” a questa e altre domande hanno risposto i quasi 2mila lavoratori italiani intervistati da Adp. La  nuova survey “People at Work 2021: A Global Workforce View” analizza gli atteggiamenti dei dipendenti nei confronti dell’attuale mondo del lavoro e le loro aspettative e speranze future. LA multinazionale dell’human capital management ha intervistato 32.471 lavoratori di 17 Paesi tra il 17 novembre e l’11 dicembre 2020, tra cui 2mila in Italia.

Si dichiara ottimista verso il futuro il 63% degli italiani, contro un 37% che invece teme le conseguenze del Covid-19 sul sistema lavoro. Più fiduciosi gli uomini delle donne (66% contro 59%) un dato piuttosto scontato se pensiamo che nell’ultimo anno in Italia hanno perso il lavoro 444mila persone, di cui 312 mila sono donne, circa i tre quarti del totale (dati Istat).

La fascia più pessimista è quella degli over 55 (40%) mentre la più ottimista è quella tra i 18 e 24 anni con una percentuale di ottimisti del 72%.

Stranamente, i lavoratori italiani sono più inclini a pensare che il Covid-19 avrà un impatto positivo, invece che negativo, su questioni come ottenere una maggiore flessibilità e sviluppare nuove competenze professionali.

 

Considerando i prossimi tre anni, come ti aspetti che il Covid-10 influisca sul tuo lavoro? Impatto positivo Impatto negativo Nessuno Impatto
Sviluppo del mio set di competenze 27% 30% 43%
Flessibilità al lavoro 31% 34% 34%
Il mio metodo di lavoro 25% 35% 39%
Equilibrio vita lavorativa          24% 37% 39%
Opportunità di progredire nella mia carriera 19% 40% 19%
Sicurezza economica 16% 51% 32%
Abilità nel trovare un nuovo lavoro 15% 53% 31%
Sembra quindi che per alcuni lavoratori la pandemia abbia scatenato sia il coinvolgimento sia la resilienza, tanto che in molti vedono un suo impatto positivo sotto diversi aspetti.

Marisa Campagnoli, hr director di Adp Italia commenta: “Nonostante tutte le pressioni causate dalla pandemia da Covid-19 e la mancanza di certezze sulla durata delle sue conseguenze, l’opinione dei lavoratori rimane positiva e l’umore generale sembra essere misuratamente fiducioso nei confronti del futuro. C’è la sensazione che, ciò che è stato un periodo estremamente grigio, possa avere però un risvolto positivo in ambito lavorativo. In particolare, per quanto riguarda il passaggio a un più flessibile modello lavorativo, o allo sviluppo di nuove competenze utili ai dipendenti per affrontare quella che sembra essere la “nuova normalità”, mentre l’economia globale cerca di trovare slancio per una rapida ripresa.”

Campagnoli prosegue: “È comprensibile, tuttavia, che la sicurezza lavorativa ed economica siano in cima ai pensieri di molti, e queste preoccupazioni purtroppo riflettono la realtà. In un anno in cui molte aziende hanno dovuto chiudere temporaneamente o definitivamente, o modificare le proprie attività in maniera significativa, gli effetti sui lavoratori sono stati gravi. La sfida ora per i datori di lavoro e per i team HR è quella di trovare possibili modi di sfruttare le positività, e allo stesso tempo, dove possibile, alleviare gli svantaggi per assicurarsi che il personale rimanga ottimista, motivato e incoraggiato a progredire lavorando al meglio.”

Con la salute in cima alle preoccupazioni, vediamo che gestione dello stress, worklife balance e timore di non riuscire a essere produttivi in egual modo sono state le maggiori paure dei lavoratori italiani durante i mesi della pandemia.

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