Covid-19: nessun effetto negativo sulla crescita dei salari in Italia
Confermata la crescita degli ultimi anni. Record negativo, invece, per il Retail che nel 2020 è cresciuto solo dello 0,5%. A rivelarlo è il Salary Budget Planning Report di Willis Towers Watson, un’indagine condotta su 15.000 aziende in 132 Paesi che in Italia ha interessato un campione di 269 aziende di medie o grandi dimensioni.
Quest’anno le retribuzioni in Italia nel 2020 sono cresciute del 2,4% quasi esclusivamente per effetto dei vincoli contrattuali, anche le previsioni per il 2021 sono stabili a un 2,5% fisiologico, pari a quello degli ultimi tre anni che conferma una fase di rallentamento nel mercato del lavoro. Tenendo in considerazione l’incidenza del tasso di inflazione dello – 0,2%, nel 2020 la crescita retributiva reale è stata del 2,6%, ma le previsioni per il 2021, con un tasso all’1%, sono di una leggera flessione: 1,5%.
Non c’è stato nessun effetto Covid-19 perché le aziende (oltre il 70%) avevano già pagato nuove retribuzioni e bonus 2020 nel mese di marzo. In linea con l’Italia anche Francia e Spagna, mentre in Regno Unito e Germania l’effetto ha iniziato a farsi sentire perché le previsioni di aumento del 3% pre-Covid sono state ribassate al 2,7% post-Covid.
Quest’anno le conseguenze più immediate si vedono sulla componente di merito che in generale è stata rivista al ribasso e per un’azienda su tre non è aumentata; nessuno ha ridotto il bonus ma il 50% delle aziende pensa di ridurre la componente compensation per tutta la popolazione aziendale, mentre l’altra metà si divide equamente tra chi pensa di limitare la riduzione al consiglio d’amministrazione o al top management.