Covid-19, la seconda ondata che fa paura alle imprese

Fra la risalita dei contagi e il nuovo dpcm del governo, la situazione delle Pmi è quella di un timore generalizzato che la seconda ondata possa portare con sé ulteriori e pesanti criticità.

Un’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro aveva già sottolineato come sebbene “il 59% dei Consulenti reputi che le Pmi siano ad oggi attrezzate in materia di prevenzione (dispositivi di protezione, sanificazione degli ambienti, eccetera)”, queste “non sarebbero comunque pronte a dover gestire nuove situazioni emergenziali”. Un contesto aggravato dai dati sull’occupazione: “Sono circa 1 milione i posti di lavoro che le Pmi potrebbero perdere tra l’inizio e la fine del 2020”, con “organici che potrebbero contrarsi di circa il 10%”.

La preoccupazione di dover gestire un’emergenza sanitaria è peraltro secondaria rispetto alla possibilità di doversi nuovamente trovare alle prese con le procedure per la cassa integrazione (indicata come principale criticità da affrontare nelle prossime settimane dal 62,8%), ma anche l’avvio delle ristrutturazioni (42,8%), l’inevitabile riduzione dei livelli di produttività (42,2%), la gestione delle esigenze del personale, alle prese con conciliazione e quarantene, e la sua riorganizzazione.

Gennaro Di Vittorio

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