Covid-19, Confcommercio: sostegni insufficienti per l’86% delle aziende

Per l’86% di imprese e professioni del terziario (commercio, turismo, servizi) i sostegni finora avuti dal Governo non sono stati ritenuti sufficienti per superare l’emergenza Covid. E il 30% pensa che la propria attività sia a rischio chiusura entro la fine del 2020. Questi dati, ancora fortemente critici, emergono dall’indagine di aggiornamento realizzata da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza su oltre 960 imprese

Ne emerge che sono in particolare le piccole imprese a ritenere che la propria attività sia a rischio chiusura entro la fine del 2020. A Milano città (34%) il dato è più alto rispetto all’area metropolitana milanese (24%), a Monza Brianza (28%) e a Lodi (25%). Fra i settori che si ritengono più a rischio chiusura: commercio autoveicoli, ambulanti, servizi alle imprese e ristorazione.

Le categorie più in difficoltà si confermano quelle turistiche con un calo dell’88% fino ad agosto e una previsione di perdita per gli ultimi mesi dell’anno dell’87% per le agenzie di viaggio; per alberghi e attività ricettive -75% nel periodo gennaio-agosto e – 67% di previsione di perdita per settembre-dicembre.

Intanto, lo smart working (per le attività che ne consentono l’attuazione) coinvolge più del 75% dei dipendenti per il 56% delle imprese, fra il 50 e il 75% per l’11% delle imprese. tra il 25 e il 50% dei dipendenti per il 9% e meno del 25% per il 24% delle aziende.

Gennaro Di Vittorio

SHARE