Coronavirus: gli impatti dell’epidemia sulle assunzioni secondo LinkedIn

Dopo la Cina, crollano anche in Italia i dati sulle assunzioni: tasso di crescita del -40% a una settimana dall’inizio del lockdown disposto dalle autorità per contenere l’infezione da Covid-19. In Cina, il dato era stato simile (-45% a due settimane dall’inizio delle misure), e nonostante la fine dell’emergenza il tasso rimane attualmente negativo, intorno al -26%.

Sono dati che emergono dall’ultima indagine LinkedIn sugli effetti dell’emergenza sanitaria globale sull’occupazione. In particolare, gli esperti hr del social network hanno analizzato la situazione in due paesi già pesantemente colpiti dal virus, per provare a ricavarne dei trend applicabili a paesi come Francia e Regno Unito, ancora in ritardo sulla timeline dell’infezione.

Per entrambi i paesi è previsto un calo delle assunzioni nei prossimi giorni. Con alcune distinzioni. Il Regno Unito, prima dell’epidemia, aveva un mercato del lavoro solido: occupazione a livelli record e salari reali alla pari con quelli pre-crisi finanziaria. Un rallentamento è già in corso, ma, complici anche le misure di contenimento non (ancora) completamente restrittive, c’è qualche nota positiva, data da aziende come Morrisons e Co-op che hanno annunciato programmi di assunzioni nell’ordine di, complessivamente, più di 8.500 unità.

La Francia ha invece imposto il lockdown lo scorso 17 marzo e, nonostante vivesse anch’essa un buon periodo sul fronte occupazionale, sta percorrendo il solco tracciato da Cina e Italia in quanto a crollo delle assunzioni.

Secondo gli esperti di LinkedIn, molti altri paesi, come gli Stati Uniti, seguiranno presto lo stesso trend. Ma, sulla base dei dati incoraggianti provenienti dalla Cina, è lecito attendersi una ripresa nel momento in cui si percepiranno i primi effetti tangibili delle misure di contenimento e, ovviamente, quando l’emergenza sarà passata.

Gennaro Di Vittorio

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