Coronavirus, in 7 aziende su 10 gli smartworker sono più del 75%

Lo smart working è sicuramente un tratto distintivo e una conseguenza della pandemia da Covid-19. Se prima di questa la maggior parte delle organizzazioni aveva meno del 25% delle persone che lavorano da casa, ora in 7 aziende su 10 gli smartworker sono più del 75%. Lo rivela un sondaggio condotto da Willis Towers Watson, di cui avevamo già accennato in un articolo gli altri principali risultati.

Il dato

Un risultato sensibilmente più alto rispetto agli Stati Uniti, dove un’indagine parallela ha rilevato che l’aumento è stato dal 14% al 39%. Prevale, però,  l’incertezza sull’orizzonte temporale su cui si dovranno applicare queste misure: il 78% non aveva fissato, al momento del sondaggio, alcuna data di fine a causa dell’incertezza della situazione.

«Stiamo vivendo un momento cruciale dal quale potrebbe scaturire una vera e propria reingegnerizzazione del nostro paese. L’efficacia dello smartworking, riconosciuta sia dai datori di lavoro che dai lavoratori, darà un nuovo impulso alla digitalizzazione e alla modernizzazione del lavoro», dichiara Edoardo Cesarini, Amministratore Delegato Willis Towers Watson.

Gennaro Di Vittorio

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