BDO: quanto conta la reputazione per il successo di un’azienda?
BDO, tra le principali organizzazioni internazionali di consulenza e revisione aziendale, ha pubblicato i dati relativi all’indagine annuale Global Risk Landscape 2020, che offre un quadro dei principali rischi derivanti da un danno reputazionale, secondo manager e imprenditori a livello globale e locale.
L’importanza del risk manager
Il 62% degli intervistati ritiene che la credibilità di un’azienda coincida con quella del suo capo, mentre l’85% ritiene che avere un manager esposto mediaticamente aumenta i rischi reputazionali. Dalla survey emergono indicazioni utili, come quella di nominare un Risk Manager nel board delle aziende. In Europa, solamente il 22% degli intervistati ha dichiarato di aver un Risk Manager di livello-C, contro il 46% dell’area Asia-Pacifico.
Anche il cambio di strategia, passando da un approccio reattivo a quello proattivo, appare come una delle possibili soluzioni: il 58% ritiene, infatti, che prevenire sia più efficace che reagire, mentre il 18% è convinto che quello che conta sia l’azione di risposta alla crisi ciò. In questo senso, il 45% dei manager considera la strategia della propria azienda come “proattiva” e il 35% “reattiva”; solamente 1 manager su 5 ha definito la propria organizzazione come “estremamente proattiva”.
I fattori di rischio
Secondo gli intervistati i fattori di rischio sono essenzialmente l’assenza di un piano per il passaggio generazionale nelle imprese familiari (39%), il tasso di crescita dei processi di globalizzazione (35%) e una cultura aziendale non al passo con la velocità del cambiamento (47%).
Il fattore umano, inoltre, riveste un ruolo fondamentale secondo gli intervistati: il 50% degli intervistati si dichiara “preoccupato” dai differenti modelli lavorativi cui aspirano le nuove generazioni e il 38% sottolinea una mancanza di diversity nelle proprie organizzazioni, situazione potenzialmente “esplosiva”.
Fra le conseguenze più temute c’è la diminuzione del valore delle azioni (25%) e perdita di clienti (25%), oltre a danni sugli asset intangibili dell’azienda (motivazione e quindi produttività, scarsa capacità di trattenere i talenti e quindi calo di qualità di prodotti e servizi). Ma anche flessione economica (37%), minacce informatiche (34%) e chiusura/sospensione del business (28%) sono tra gli eventi avversi più temuti da manager e imprenditori.
Andando a vedere i dati Emea, colpisce, per quanto riguarda la tecnologia che i manager intervistati individuino rischi come la violazione della privacy dei dati (29%) o la trasparenza rispetto all’utilizzo di tecnologie sempre più sofisticate come l’intelligenza artificiale per prendere decisioni (26%).