Cerved Next: focus sulla data-driven community

Sono 3.200 le persone – imprenditori e manager, in particolare direttori finanziari, amministrativi, marketing, sales e innovation di imprese, istituzioni finanziarie e pubbliche amministrazioni – che si sono date appuntamento oggi a Cerved Next, tra i primi eventi italiani totalmente dedicati alla data-driven economy organizzato a Milano da Cerved, che ha voluto chiamare a raccolta per la prima volta tutto l’ecosistema che ogni giorno prende decisioni ragionando sui dati.

Un fronte di innovatori in continua crescita che scommette sulla cultura data-driven, sulla necessità ormai ineludibile di orientare il business in base ai dati e alle tecnologie ad essi connesse. Rappresentano un tessuto imprenditoriale efficiente, giovane e sano che da solo copre quasi un quinto del PIL italiano e impiega il 3% degli occupati: 6 aziende su 10 tra quelle che hanno scelto di partecipare a Next sono sicure o solvibili dal punto di vista commerciale, il 63% è “millennial”, cioè nata negli ultimi 20 anni, e quasi il 17% è una startup con meno di 5 anni, anche se non mancano (2,5%) quelle che ne hanno più di 70. I servizi informatici e software, con il 19%, e la consulenza societaria, con il 10%, sono i due settori più rappresentati.

Per tutta la giornata si sono succeduti talk di voci autorevoli nel panorama internazionale – da Marco Nespolo, Andrea Mignanelli, Alessandro Geraldi e Valerio Momoni di Cerved a Gennaro Sangiuliano, vicedirettore del TG1, da Andrea Rangone di Digital360 a Ivan Ortenzi di BIP, da Augusta Iannini dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali a Daniele Quercia dell’Istituto  Bell Labs di Cambridge, dal giornalista Kenneth Cukier dell’Economist al professor Ferdinando Ametrano dell’Università Milano Bicocca, da Jeremy Palmer di QuantumBlack (McKinsey), a Roberto Nicastro di Cerberus Capital Management – intervallati da workshop con casi concreti di innovazione data-driven e da attività in coworking.

Questa prima edizione – a cui ne seguiranno altre, dato che Cerved Next diventerà un appuntamento annuale – ha poggiato su tre percorsi principali, espressione dei più importanti ambiti in cui l’innovazione sta cambiando radicalmente il modo di fare business: “Data Driven Innovation”, in cui hanno trovato spazio Big Data, Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Data Monetization, Data Visualization; “Future of Credit”, cioè Fintech, Digital Lending, Blockchain, NPL e Credit Management;  “Customer Centricity”, le nuove frontiere del Digital Marketing e della Lead Generation, Industry Convergence, GDPR e Data Governance.

Un quarto focus ha poi riguardato le startup, presenti in maniera significativa all’evento. Sono oltre 14 mila, 12% in più del 2016, le startup innovative in Italia, anche se a giugno solo 9.328 risultavano iscritte alla sezione del Registro delle Imprese ad esse dedicate. Ma gli algoritmi di ricerca semantica sviluppati da SpazioDati, azienda del Gruppo Cerved, ha permesso di “scovarne” altre 4.847, analizzando i loro contenuti sul web, e di individuare gli otto cluster più attivi: big data (+11,9%) e internet app, biotecnologie (in calo del 28,1%), ecosostenibilità (-19,5%), ingegneria (+29,8%), mobile e smartphone, modellazione 3D (+12,7%), ricerca e sviluppo (+50,6%), software (-6%) e internet delle cose.

Una ventata di novità che però non è ancora stata presa in seria considerazione dagli investitori istituzionali specializzati. Al contrario del Corporate venture capital, che ne ha intuito le potenzialità: sono quasi 7.000 infatti, tra società di persone e società di capitali, i soggetti che hanno finanziato oltre 2.000 startup. E’ la via italiana all’innovazione: difficile che si abbiano all’interno tutte le skills necessarie, dunque molte grandi imprese fanno scouting esterno di giovani aziende da acquistare e integrare per accelerare il processo di rinnovamento.

Gennaro Di Vittorio

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