Ceo sempre più pessimisti sulla ripresa economica. I più fiduciosi sono gli italiani
Le tensioni geopolitiche, la crisi economica cinese e anche il continuo ribasso del prezzo del petrolio. Sono queste le ragioni che fanno dire al 66% dei ceo a livello globale di avere poca fiducia nella crescita dell’economia e di percepire più minacce rispetto a tre anni. Il dato emerge dal 19° annual global ceo survey di PwC, intitolato “Ridefinire il successo di un’azienda in un mondo che cambia” che è stato presentato alla vigilia del Word economic forum di Davos, in Svizzera.
Il report ha svolto un’indagine sul grado di fiducia nello sviluppo globale e del proprio business, intervistando oltre 1.400 ceo in 83 Paesi. Di questi solo il 27% ha affermato di ritenere che l’economia migliorerà nel corso del prossimo anno. Più fiduciosi invece quelli italiani: il 55% dei ceo si aspetta infatti una ripresa nel 2016. Un dato che dimostra un grande ottimismo visto che solo 12 mesi fa i fiduciosi si fermavano al 27%.
Ma a distinguere i ceo italiani sono anche le ragioni della sfiducia. Anche loro, proprio come i colleghi internazionali, temono l’incertezza geopolitica (74% degli intervistati). Ma a questa paura si aggiunge quella per l’eccessiva regolamentazione che terrorizza il 75% degli intervistai e quella per l’aumento della pressione fiscale (70%).
La ricerca di PwC ha indagato anche le aspettative dei ceo riguardo alle possibilità di crescita della propria azienda nel corso del 2016. Una fiducia dimostrata solo dal 35% dei manager di tutto il mondo e in calo rispetto a un anno fa quando si dicevano ottimisti il 39% degli intervistati. Più positivi invece i ceo italiani che, sommando chi si è dichiarato “fiducioso” e chi “molto fiducioso”, raggiungono quota 92%.