Il caso Facebook e l’ennesima riprova dell’importanza dei dati
BIG BROTHER IS WATCHING YOU. Era il 1948 e un George Orwell illuminato ipotizzava un futuro, nel 1984, che non avrebbe lasciato spazio alla democrazia. Tutti saremmo stati osservati e diretti da un Grande Fratello che avrebbe influenzato prepotentemente il nostro modo di lavorare, mangiare, relazionarci con il prossimo, parlare, e conseguentemente, pensare.
Nel 2018 non saremmo arrivati a tanto, ma forse qualche elemento della società distopica immaginata da Orwell è realtà visto lo scandalo Facebook-Cambridge Analytica dell’ultima settimana. La società britannica è infatti stata accusata di aver utilizzato illecitamente dati raccolti dal famoso social network per influenzare una serie di test elettorali, nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Il caso vuole che tutto questo avvenga in un periodo cardine per la protezione dei dati personali, per via della prossima piena applicazione del nuovo regolamento europeo sulla privacy. Il tanto atteso GDPR che dal 25 maggio cambierà le carte in tavola. In più, proprio in questi giorni, a seguito dell’accaduto, da Bruxelles la Commissione Europea ha chiesto alle autorità Usa di rafforzare il Privacy Shield, l’accordo bilaterale per la protezione dei dati europei trasferiti oltreoceano.
Ma basterà?
Ricordiamoci che, come abbiamo detto più volte, i dati valgono oggi più del petrolio. E ce lo ricorda anche quello che sta accadendo al colosso guidato da Mark Zuckerberg: in una settimana le azioni della società hanno perso oltre il 10% del loro valore arrivando a toccare i minimi da settembre; si teme il dietrofront degli investitori pubblicitari (e la pubblicità è la principale voce di fatturato di Facebook); dalla Federal Trade Commission potrebbero arrivare ingenti sanzioni pecuniarie; e, infine, c’è chi non esclude una fuga degli utenti. Danni enormi, economici e reputazionali.
Vista la crucialità dei dati, su cui già oggi si basa una fetta importante del business di tante aziende, forse bisognerebbe alzare l’asticella e provare a portare la questione dell’attenzione della protezione dei dati a un livello sovraregionale. E mantenerla alta, modificando costantemente misure e previsioni perché stare al passo con l’evoluzione del web, sarà fondamentale.