Indagine McKinsey: come sarà il futuro del lavoro in Europa

Grazie all’analisi oltre mille mercati del lavoro locali in tutta europa e il loro raggruppamento in tredici cluster –  a loro volta spartiti in tre gruppi: hub di crescita dinamici, economie stabili e regioni in contrazione – McKinsey ha elaborato una mappa europea dell’occupazione post-Covid.

Automazione e hub

Dallo studio emerge che ci sarà una contrazione dell’offerta di lavoro per certi settori, una mancanza di profili professionali necessari alle imprese e la concentrazione geografica del lavoro. Circa 24 milioni di posti di lavoro sono a rischio di dislocamento sia attraverso Covid-19 che con automazione.

Al contempo, la crisi sanitaria da un lato potrebbe  accelerare le transizioni della forza lavoro verso nuovi lavori e dall’altro aggravare le disparità che già esistono all’interno dei paesi europei. In questo contesto ad essere colpiti saranno soprattutto vendite e servizio clienti, ristorazione e occupazione di edifici.

L’Istituto ha anche immaginato la crescita potenziale netta dell’occupazione entro il 2030 sempre in un’ottica di automazione: «circa il 22 percento della forza lavoro le attività in tutta l’Ue (equivalenti a 53 milioni di posti di lavoro) potrebbero essere automatizzate entro il 2030». Guardando al domani un ruolo fondamentale sarà rivestito dagli hub superstar, megalopoli che rappresentano il 73 percento delle startup e producono il 55 percento dei brevetti high-tech dell’Ue.

Gennaro Di Vittorio

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